Soil Nailing e Muri di Contenimento. Cosa scegliere?

Muro in pietra

Menu Home Chi Siamo Blog Menu Home Chi Siamo Blog Contattaci Home Blog Soil Nailing e Muri di Contenimento. Cosa scegliere? Quando si parla di consolidamento dei terreni instabili, due delle soluzioni più utilizzate sono il soil nailing ed i muri di contenimento. Entrambe le tecniche hanno caratteristiche uniche che le rendono adatte a situazioni specifiche. Tuttavia, scegliere l’opzione giusta richiede una valutazione approfondita delle condizioni del terreno, degli obiettivi del progetto e delle risorse disponibili. Grazie alla consulenza di un geologo esperto, è possibile progettare interventi mirati che garantiscano sicurezza, durabilità e rispetto per l’ambiente. Cos’è il Soil Nailing e Perché Sceglierlo Il soil nailing, o “chiodatura del terreno”, è una tecnica innovativa di consolidamento che prevede l’inserimento di barre metalliche nel terreno instabile. Questi chiodi, realizzati in acciaio ad alta resistenza, vengono posizionati attraverso perforazioni inclinate e successivamente ancorati con malte cementizie. Il risultato è una struttura rinforzata in grado di contrastare il rischio di frane e cedimenti. Questa tecnica si distingue per la sua versatilità e il basso impatto ambientale. È particolarmente indicata in contesti come: Uno dei principali vantaggi del soil nailing è la sua capacità di integrarsi armoniosamente con l’ambiente circostante. Inoltre, i tempi di realizzazione sono generalmente più rapidi rispetto a tecniche tradizionali, rendendolo ideale per interventi urgenti o in situazioni dove è fondamentale ridurre i disagi per le attività circostanti. Il Muro di Contenimento: Una Soluzione Classica ma Efficace Il muro di contenimento è una struttura rigida progettata per sostenere terreni instabili e prevenire il movimento del suolo. Realizzato in materiali come cemento armato, pietra naturale o blocchi prefabbricati, è una scelta consolidata in ambito edilizio e infrastrutturale. Questa soluzione è particolarmente indicata quando: Sebbene il muro di contenimento offra una stabilità eccezionale, presenta alcuni limiti. I costi iniziali sono generalmente più elevati rispetto al soil nailing, sia per i materiali che per la manodopera. Inoltre, la sua costruzione può richiedere tempi più lunghi e un impatto maggiore sull’ambiente circostante. Soil Nailing e Muri di Contenimento a confronto La scelta tra soil nailing e muro di contenimento dipende da diversi fattori, tra cui le caratteristiche del terreno, il budget e gli obiettivi del progetto. Il soil nailing è la soluzione ideale per terreni coesivi o granulari, dove le barre possono essere facilmente ancorate. Questa tecnica è particolarmente vantaggiosa in contesti dove è necessario preservare l’estetica naturale del paesaggio, riducendo al minimo l’impatto visivo. D’altro canto, il muro di contenimento è preferibile in situazioni più complesse, come terreni sciolti o saturi d’acqua, dove è richiesta una resistenza strutturale elevata. Inoltre, la possibilità di personalizzare il design del muro lo rende una scelta ideale per progetti urbani o paesaggistici. Un altro aspetto importante da considerare è la durata nel tempo. Entrambe le tecniche offrono soluzioni durature, ma il soil nailing potrebbe richiedere interventi di manutenzione in terreni particolarmente esposti all’erosione o alla corrosione. Il Ruolo del Geologo nella Scelta tra Soil Nailing e Muri di Contenimento La consulenza di un geologo è fondamentale per pre-determinare la soluzione più adatta alle specifiche esigenze del sito affetto da problemi legati, essenzialmente, al dissesto idrogeologico. Detta figura analizza le caratteristiche del terreno attraverso indagini geotecniche, valutando aspetti come la stabilità del suolo, la presenza di falde acquifere e le condizioni ambientali a contorno per definire il grado di rischio atteso per cose e persone. Grazie a queste analisi, il geologo può individuare un intervento personalizzato da suggerire al progettista incaricato, garantendo che la tecnica scelta sia non solo efficace, ma anche conforme alle normative vigenti. Affidarsi ad un professionista qualificato riduce i rischi di errori progettuali ed assicura che il consolidamento del terreno sia eseguito nel modo più sicuro e sostenibile possibile. Casi Pratici: la scelta della Soluzione più adeguata Per comprendere meglio come scegliere tra soil nailing e muro di contenimento, è utile analizzare alcuni esempi pratici. Conclusioni La scelta tra soil nailing e muri di contenimento dipende da una combinazione di fattori tecnici, economici ed estetici, questi ultimi predeterminati da vincoli paesaggistici o di particolari Enti (es: Ente Parco, Soprintendenze ecc). Entrambe le soluzioni offrono vantaggi significativi, ma è fondamentale valutare attentamente le caratteristiche del terreno e le esigenze del progetto per individuare l’opzione più adatta sia da un punto di vista progettuale, che economico. Grazie alla consulenza di un geologo esperto, è possibile pianificare interventi mirati che garantiscano sicurezza, efficienza e sostenibilità. Proteggi la tua casa e garantisci la sicurezza della tua famiglia, facci valutare il tuo problema ed individuiamo insieme il piano d’azione più consono per raggiungere il grado di sicurezza che merita la tua proprietà. Contattaci oggi stesso e richiedi un appuntamento telefonico mandando una mail ad info@studiosanfelice.it, scrivendoci un messaggio whatsapp al numero che trovi nella sezione CONTATTI o compilando il form che trovi qui. Domande Frequenti 1. Perché i muri di contenimento hanno una forma a T capovolta? A cosa serve la mensola? I muri di contenimento con una forma a T capovolta sono progettati per garantire maggiore stabilità e resistenza contro la spinta del terreno. La parte orizzontale inferiore, chiamata mensola, serve a distribuire il peso del muro e la pressione esercitata dal terreno su una superficie più ampia. La mensola ha due funzioni principali: Grazie a questa forma, i muri a T capovolta sono ideali per contenere terreni instabili, garantendo sicurezza e resistenza anche in condizioni di forte pressione o in presenza di carichi aggiuntivi, come veicoli o edifici. 2. Qual è la differenza tra un muro di contenimento e un muro di sostegno? Sebbene i termini “muro di contenimento” e “muro di sostegno” siano spesso utilizzati come sinonimi, esistono differenze tecniche tra i due: In sintesi, i muri di contenimento sono progettati per resistere a carichi elevati e spinte laterali, mentre i muri di sostegno hanno un ruolo più estetico o funzionale in situazioni di carichi leggeri. 3. Quali sono i materiali più utilizzati per i muri di contenimento? I materiali scelti per la costruzione di un muro di contenimento dipendono dal contesto del progetto, dalle caratteristiche del terreno

Soil Nailing: la Soluzione utile per il Consolidamento dei Terreni

Soil Nailing su parete terrigena

Menu Home Chi Siamo Blog Contattaci Home Blog Soil Nailing: la Soluzione utile per il Consolidamento dei Terreni Il soil nailing, conosciuto in italiano come “chiodatura del terreno”, è una delle tecniche più efficaci e versatili per il consolidamento dei terreni instabili. Utilizzata in ambiti come infrastrutture stradali, ferroviarie e scavi urbani, questa metodologia consente di stabilizzare pendii, pareti e scarpate, garantendo sicurezza e durabilità. Il soil nailing si adatta a progetti complessi, fornendo soluzioni personalizzate e sostenibili. Ma cosa rende questa tecnica così speciale? E come può il contributo di uno studio di geologia fare la differenza? Scopriamolo insieme. Cos’è il Soil Nailing e Come Funziona? Il soil nailing è una tecnica di consolidamento che prevede l’inserimento di barre metalliche (i cosiddetti “chiodi”) nel terreno instabile. Questi elementi, generalmente realizzati in acciaio ad alta resistenza, vengono installati mediante perforazioni inclinate e successivamente ancorati con malte cementizie. L’obiettivo è migliorare la resistenza del terreno e prevenire fenomeni come frane, cedimenti o distacchi di materiale che possano impattare negativamente su cose e persone. Trova particolare riscontro negli studi di versanti in frana oggetto di sistemazione di scarpate. Il processo inizia con un’accurata analisi geotecnica, in cui il geologo valuta le caratteristiche del terreno, l’esistenza di falde idriche superficiali, gli elementi a rischio e censisce le aree critiche. Una volta definito il progetto, al netto delle indicazioni geologiche, si procede con la perforazione e l’inserimento delle barre che vengono sigillate per garantire un ancoraggio stabile e duraturo. Infine, la superficie del pendio viene protetta con rivestimenti finali come reti metalliche o calcestruzzo proiettato, migliorando ulteriormente la stabilità complessiva del fronte. Questa metodologia è particolarmente indicata per interventi su pareti rocciose, scavi profondi e infrastrutture urbane in cui è necessario combinare sicurezza, rapidità di esecuzione e basso impatto ambientale. Perché il Soil Nailing è la Soluzione Ideale Il successo risiede nei numerosi vantaggi che offre rispetto ad altre tecniche di consolidamento. Innanzitutto, questa soluzione si distingue per la sua flessibilità: può essere applicata in una vasta gamma di condizioni geotecniche, adattandosi a terreni argillosi, sabbiosi o rocciosi. Inoltre, il soil nailing consente di ridurre i costi complessivi del progetto poiché richiede meno materiali e manodopera rispetto a metodi tradizionali come muri di contenimento o palificate profonde. Un altro aspetto rilevante è la rapidità di esecuzione. In situazioni critiche, come il consolidamento di una scarpata a rischio frana, questa tecnica permette di intervenire in tempi ridotti, minimizzando il rischio per persone ed infrastrutture. Anche dal punto di vista ambientale, il soil nailing si rivela una scelta sostenibile: preserva l’integrità del paesaggio e riduce l’impatto delle operazioni di consolidamento se abbinato a mirati interventi di ingegneria naturalistica. Le Fasi del Soil Nailing: Dall’Analisi al Consolidamento Un intervento di soil nailing si sviluppa attraverso diverse fasi, ognuna delle quali è fondamentale per garantire il successo del progetto. Tutto inizia con una analisi geotecnica approfondita, in cui il geologo studia le caratteristiche del terreno, valuta la stabilità complessiva ed identifica le aree che richiedono interventi specifici. Questa fase preliminare è cruciale per progettare una soluzione personalizzata, adatta alle esigenze del sito e mirata al risultato. Successivamente, si passa alla perforazione del terreno. Si esegue con macchinari specializzati ad inclinazioni specifiche, calcolate in base alla configurazione del pendio ed alla tipologia di terreno. Successivamente, si procede con l’inserimento dei chiodi, barre metalliche che vengono posizionate nei fori e ancorate con malte cementizie. Questo passaggio garantisce la stabilità strutturale ed impedisce eventuali movimenti del terreno attraverso il miglioramento della coesione e della capacità di resistenza. I chiodi lavorano prevalentemente in tensione. Infine, per migliorare ulteriormente la resistenza superficiale, si applicano rivestimenti protettivi come reti metalliche, pannelli in calcestruzzo proiettato o geotessili. Questi materiali non solo proteggono il terreno dall’erosione, ma migliorano anche l’estetica dell’intervento integrandolo armoniosamente nel contesto paesaggistico. Applicazioni Pratiche del Soil Nailing Il soil nailing trova applicazione in una vasta gamma di progetti, sia in ambito urbano che infrastrutturale. Ad esempio, questa tecnica è spesso utilizzata per consolidare scarpate lungo autostrade e ferrovie, riducendo il rischio di frane e migliorando la sicurezza del traffico. Un caso emblematico è rappresentato dagli interventi su linee ferroviarie ad alta velocità, dove la stabilità dei pendii è fondamentale. In ambito urbano, il soil nailing viene impiegato per sostenere pareti verticali durante scavi profondi, come quelli necessari per la costruzione di parcheggi sotterranei o edifici multipiano. Inoltre, questa tecnica è particolarmente utile nei progetti di recupero di aree montuose, dove è necessario prevenire il distacco di massi e garantire la sicurezza di sentieri o abitazioni situate a valle. L’Importanza del Geologo: Perché Affidarsi ad un Esperto Un intervento di soil nailing non può prescindere dalla consulenza di uno studio di geologia professionale. Il geologo, grazie alla sua conoscenza del territorio e alle competenze tecniche, è in grado di valutare accuratamente le condizioni del terreno e far consentire di progettare soluzioni su misura. Il vincolo idrogeologico, la natura dei terreni, il loro comportamento in ambito di scuotimento sismico sono solo alcuni degli aspetti da tenere in considerazione a completo appannaggio del geologo. Affidarsi a un esperto significa ottenere un’analisi geotecnica dettagliata, che include la valutazione della stabilità del suolo, la scelta dei materiali più adatti ed il monitoraggio continuo durante le fasi di realizzazione. Il supporto di un geologo garantisce che l’intervento sia conforme alle normative vigenti, riducendo il rischio di problemi futuri. Conclusioni Il soil nailing rappresenta una soluzione innovativa e sostenibile per il consolidamento dei terreni, combinando efficienza, sicurezza e rispetto per l’ambiente. Grazie alla consulenza di un geologo esperto, ogni intervento può essere personalizzato per rispondere alle esigenze specifiche del progetto, garantendo risultati duraturi e affidabili. Se stai cercando un partner qualificato per il consolidamento del tuo terreno, il nostro studio di geologia è qui per aiutarti. Prenota la tua consulenza geologica con noi per ottenere una valutazione accurata sullo stato dei luoghi della tua area di progetto. Attraverso studi di dettaglio mirati, possiamo aiutarti a prevenire problematiche future e garantire la sicurezza alla tua famiglia ed alla tua

Il Cambiamento Climatico ed il Rischio Idrogeologico

Menu Home Chi Siamo Blog Menu Home Chi Siamo Blog Contattaci Home Blog Il Cambiamento Climatico ed il Rischio Idrogeologico Il cambiamento climatico sta ampliando i suoi effetti velocemente. Piogge improvvise, frane “inattese” ed un suolo sempre più instabile mettono in pericolo la sicurezza delle nostre case. Il clima che cambia sta diventando una minaccia crescente per il patrimonio immobiliare di chiunque. Se possiedi una casa in una zona collinare o vicino ad un fiume, non puoi permetterti di ignorare i segnali che l’ambiente ci sta dando continuamente. La tua proprietà potrebbe essere più vulnerabile di quanto immagini ed agire tempestivamente può fare la differenza in un contesto in cui si può solo scegliere tra sicurezza e disastro. Il Cambiamento Climatico: Gli Impatti sul Territorio Non è un segreto: il clima sta cambiando. Piogge torrenziali che un tempo erano rare si stanno trasformando in eventi sempre più frequenti e devastanti. I periodi di siccità prolungata seguiti da intense precipitazioni compromettono la stabilità del terreno, aumentando il rischio di frane e smottamenti. E quando il terreno cede, i danni possono essere catastrofici. Immagina la tua casa colpita da un’alluvione inaspettata, con l’acqua che si infiltra dalle fondamenta, o da un movimento del suolo che mette in pericolo la stabilità delle mura. Oltre al danno economico, la sicurezza della tua famiglia potrebbe essere compromessa. Non è solo un rischio per chi vive in zone montuose o nei pressi di fiumi, ma una realtà che riguarda sempre più aree in Italia e nel mondo. Hai mai sentito al telegiornale, ad esempio, di quell’episodio in cui un piccolo paese sulle rive del fiume Arcene è stato colpito da un’improvvisa piena? La Val Seriana è stata inondata insieme ad altre valli (come la Val Camonica e la Bassa) da piogge torrenziali che hanno causato danni in diversi Comuni fomentando la Piena dell’Arcene. Le previsioni meteorologiche lo avevano annunciato e sono arrivate vere e proprie bombe d’acqua sulla Bassa, che hanno causato diversi allagamenti. Le immagini delle case allagate e dei residenti costretti a evacuare in fretta fecero il giro del Paese. E come di questo episodio, ne potremmo raccontare molti altri. Tutti ricordano delle scene drammatiche di momenti in cui il territorio italiano è stato invaso da fenomeni di alluvioni e frane. Pochi però sanno che non tutte le case vengono colpite allo stesso modo dai fenomeni avversi. E questo da cosa è dipeso…? Il Ruolo degli Studi Geologici nella Protezione della Tua Casa Cambiamento Climatico: Valutazione dei Rischi La prima difesa contro i disastri naturali è conoscere a fondo il terreno su cui è costruita la tua casa. Gli studi geologici consentono di valutare la stabilità del suolo e identificare le aree più vulnerabili a frane o cedimenti. Un’indagine geologica accurata è il primo passo per comprendere i rischi specifici che il cambiamento climatico potrebbe amplificare nel tuo territorio. Un team di geologi professionisti analizzerà la composizione del suolo, la sua capacità di assorbire acqua, individuerà le aree ad elevato rischio da frana, fornendoti una mappa chiara e dettagliata dei pericoli. Monitoraggio: questo sconosciuto Non basta conoscere i rischi; bisogna anche monitorare costantemente il territorio. Installare strumenti di monitoraggio, come pluviometri o sistemi di rilevamento dei movimenti del terreno, permette di anticipare i pericoli e di intervenire prima che la situazione sfugga di mano. Il monitoraggio continuo consente di reagire rapidamente in caso di eventi critici, mettendo in sicurezza la tua proprietà e garantendo la protezione della tua famiglia. Interventi di Mitigazione: Mettere in Sicurezza la Tua Casa Se le indagini geologiche rivelano che la tua casa si trova in un’area a rischio, non è il momento di farsi prendere dal panico. Esistono interventi specifici che possono stabilizzare il terreno e ridurre i rischi. Tra le soluzioni possibili troviamo: Questi interventi sono altamente personalizzabili e possono essere adattati alle caratteristiche specifiche del tuo terreno. Ovviamente quanto in parola è sempre oggetto di approfonditi studi che, di caso in caso, stabiliscono il piano di azione più consono per il miglioramento dell’area da de-classificare e da mettere in sicurezza. Non Lasciare che la Paura Prenda il Sopravvento: Agisci Ora! Il cambiamento climatico non aspetta, e neanche il rischio idrogeologico. Più tempo passa, più la tua casa potrebbe essere esposta ad eventi imprevedibili. Affidarti ad un geologo esperto ti darà non solo la consapevolezza dei rischi che stai affrontando, ma anche le soluzioni pratiche per mitigarli. Un geologo professionista sa come interpretare i segnali del terreno e può fornirti una guida dettagliata su come proteggere la tua proprietà. La sicurezza della tua casa inizia da un’analisi accurata del sottosuolo e da interventi pianificati con precisione. Non si tratta solo del valore economico della tua casa, ma della sicurezza e della serenità della tua famiglia. La tecnologia e gli specialisti del settore non sono un costo, ma un aiuto fondamentale. Investire in studi geologici e misure preventive è la scelta più saggia che puoi fare in un periodo di cambiamenti climatici così repentini. Proteggi il tuo investimento, previeni danni futuri ed assicurati che la tua casa sia un luogo sicuro. Conclusioni Il rischio idrogeologico non è una minaccia lontana o ipotetica, ma una realtà che sempre più proprietari di casa devono affrontare. Non lasciare che la paura di un evento catastrofico paralizzi le tue decisioni. Affidati a professionisti esperti, pianifica con cura e metti in sicurezza la tua casa prima che sia troppo tardi. CONTATTACI Non aspettare che il cambiamento climatico prenda di mira la tua proprietà. Contattaci oggi per una consulenza geologica dettagliata e scopri come possiamo proteggere il tuo patrimonio. Se desideri maggiori informazioni sui nostri servizi o vuoi fissare un appuntamento telefonico contattaci oggi stesso! Manda una mail ad info@studiosanfelice.it, scrivici un messaggio whatsapp al numero che trovi nella sezione CONTATTI o compila il form che trovi qui. Domande Frequenti 1. Qual è il ruolo del cambiamento climatico in eventi come questo? Il cambiamento climatico aumenta la temperatura del Mediterraneo, alimentando l’evaporazione e favorendo umidità atmosferica elevata, che intensifica i fattori scatenanti delle tempeste meteoriche

Alluvione a Valencia – Ottobre 2024

Alluvione Valencia

Menu Home Chi Siamo Blog Menu Home Chi Siamo Blog Contattaci Home Blog Alluvione a Valencia – Ottobre 2024 Il 29 ottobre 2024, Valencia ha subito una delle peggiori alluvioni della storia del rischio idrogeologico. Un fenomeno noto come DANA (Depresión Aislada en Niveles Altos) ha scatenato piogge intense, colpendo in particolar modo le zone del sud-est spagnolo. Questo evento ha provocato oltre 95 vittime, migliaia di sfollati e gravi danni infrastrutturali. Valencia è rimasta paralizzata, con strade sommerse, edifici inondati e trasporti interrotti​. Cosa ha Causato l’Alluvione di Valencia? La DANA è un tipo di fenomeno meteorologico in cui una massa d’aria fredda, staccandosi dalla corrente a getto, incontra aria calda e umida per formare temporali intensi e persistenti. Il fenomeno, molto comune nel Mediterraneo nei periodi autunnali, ha incontrato quest’anno un’atmosfera particolarmente calda e umida dettate dal cambiamento climatico in corso. Le elevate temperature marine del Mediterraneo indotte dal riscaldamento climatico hanno aumentato l’evaporazione, creando condizioni ideali per l’intensificazione delle tempeste di pioggia. La DANA è nota per provocare tempeste “auto-rigeneranti”. Ogni temporale genera aria fredda che stimola la formazione di altre celle temporalesche, creando piogge continue. In questo caso, il terreno di Valencia, già arido, non ha potuto assorbire l’acqua, che ha invaso strade e quartieri trasformandoli in fiumi di fango e detriti. La configurazione geografica di Valencia, con zone costiere e bacini fluviali poco profondi, ha amplificato l’effetto delle precipitazioni. Cambiamenti Climatici e Rischio di Eventi di disseto idrogeologico L’evento si inserisce nel contesto del cambiamento climatico, che intensifica la frequenza e gravità degli eventi estremi da dissesto idrogeologico. Secondo gli esperti, il riscaldamento delle acque marine è uno dei principali fattori di questo tipo di disastri. Temperature più alte nell’oceano incrementano l’evaporazione, aumentando l’umidità atmosferica e alimentando le tempeste. La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha confermato che questi eventi sono “sintomi del cambiamento climatico”, sottolineando l’importanza di adattare le infrastrutture per mitigare i danni. Danni e Interventi di Emergenza post alluvione Nelle ultime ore, Valencia è stata colpita da un’alluvione di portata storica, portando distruzione e, purtroppo, decine di vittime e dispersi. Le zone più colpite sono sommerse, con strade crollate, auto travolte ed intere abitazioni danneggiate.L’area colpita è stata interessata da 8 ore di piogge incessanti; sono caduti al suolo i millimetri di pioggia attesi in un anno; gli esperti parlano di 440 litri per metro quadrato di pioggia caduta ed almeno 95 morti di cui 92 a Valencia, due in Castilla La Mancha e una nella provincia di Malaga. Ma gli effetti non si sono limitati solo a queste zone. Come riportato dai media iberici, una tromba d’acqua ha ad esempio colpito nel giro di pochi minuti Jerez de la Frontera, città situata vicino alla costa atlantica, in provincia di Cadice. L’alluvione più grave del ventunesimo secolo? Probabile. Sicuramente appare chiaro che l’aumento di eventi meteorologici estremi, causati dal cambiamento climatico, amplifica il rischio idrogeologico ed i fenomeni di natura catastrofica. Oltre alle vittime, l’alluvione ha distrutto infrastrutture fondamentali: strade, ponti e collegamenti ferroviari sono danneggiati o inaccessibili. Le immagini mostrano auto trascinate dall’acqua, palazzi allagati e strade ridotte a fiumi di fango. I soccorritori spagnoli, con il supporto della Protezione Civile Europea, continuano a cercare dispersi e a fornire aiuti alle comunità colpite. Il premier spagnolo Pedro Sánchez ha proclamato tre giorni di lutto nazionale e promesso un piano per migliorare la resilienza infrastrutturale. Strategie di Prevenzione e Resilienza dopo l’alluvione a Valencia Il governo spagnolo ha deciso di investire in misure preventive per affrontare il rischio idrogeologico, come reti di drenaggio avanzate e barriere fluviali. La prevenzione si basa su sistemi di allerta precoce per evacuare le aree a rischio in tempo. Per affrontare i fenomeni estremi, la Spagna lavora con l’Unione Europea a un piano di adattamento climatico che prevede infrastrutture resistenti e politiche di gestione dell’emergenza. Lo scopo è ridurre al minimo i danni e garantire la sicurezza delle comunità più vulnerabili. Conclusioni ???? Non si tratta di un singolo evento, ma di una realtà che si fa sempre più comune. Il cambiamento climatico favorisce questi episodi meteorici straordinari rendendoli più frequenti ed aumentando così la possibilità che territori suscettibili, vengano colpiti da catastrofi di questa portata.???? Bisogna integrare i dati climatici nei progetti e negli studi territoriali: oggi è fondamentale tenere conto dei cambiamenti climatici e dei loro effetti sul territorio. Purtroppo gli eventi estremi sono in aumento, il riscaldamento globale è in aumento, i piani nazionali per fronteggiare la crisi sono insufficienti e le azioni intraprese ancora troppo poche. Domande Frequenti: 1. Cosa significa DANA? La DANA, secondo la definizione dell’Agenzia meteorologica statale spagnola (AEMET), è una depressione chiusa in altezza, una sacca di aria fredda, completamente isolata, che si muove in maniera indipendente, separandosi completamente dal sistema generale di circolazione dell’atmosfera, causando piogge intense e temporali estremi. 2. Qual è il ruolo del cambiamento climatico in eventi come questo? Il cambiamento climatico aumenta la temperatura del Mediterraneo, alimentando l’evaporazione e favorendo umidità atmosferica elevata, che intensifica i fattori scatenanti delle tempeste meteoriche che sono il motore principale della genesi dei fenomeni del rischio idrogeologico. 3. Come possiamo proteggere le città dal rischio idrogeologico? Le città possono ridurre i rischi investendo in reti di drenaggio, barriere fluviali e sistemi di allerta precoce. La pianificazione urbanistica gioca un ruolo chiave in cui la figura del geologo è il fulcro. 4. Come funziona un sistema di allerta precoce? I sistemi di allerta precoce monitorano i dati meteorologici in telerilevamento ed in tempo reale. Sono fondamentali per prevedere alluvioni ed informare in anticipo i cittadini, facilitando le fasi di evacuazione previste nei Piani di Protezione Civile e gli interventi di soccorso laddove necessari. 5. Cosa possiamo fare per prevenire le alluvioni? Con misure di prevenzione che includono la gestione delle acque, la costruzione di infrastrutture resilienti e la pianificazione urbana intelligente, adattata alle condizioni climatiche locali ed alle necessità morfologiche del territorio. Ma purtroppo, come già detto, i piani nazionali per fronteggiare la crisi sono insufficienti e le azioni intraprese ancora troppo poche. Servono più geologi e più

Quando chiamare il Geologo?

quando chiamare il geologo

Menu Home Chi Siamo Blog Menu Home Chi Siamo Blog Contattaci Home Blog Quando chiamare il Geologo? Quando chiamare il geologo? Facciamo dei semplici esempi. Se vivi in un contesto geologico complesso, se stai semplicemente costruendo o comprando la tua prima casa, oppure stai ampliando il tuo fabbricato con lavori di manutenzione straordinaria, è fondamentale che tu conosca il grado di sicurezza e di tenuta dell’area. Pertanto, devi chiamare il geologo. Spesso parliamo con clienti che hanno comprato proprietà o terreni, a primo impatto fruttiferi, per poi ritrovarsi a dover nuovamente mettere mano al portafogli per rettificare alcune situazioni di rischio molto onerose, anche per semplici lavori per la realizzazione di interni o outdoor. Sapevi che per poter realizzare una piscina sicura, uno degli studi preliminari da eseguire è quello da affidare ad un geologo? Sai quanti sono i casi di ripristino e recupero di aree adibite alla costruzione di piscine interrate che hanno avuto problemi di lesioni e cedimenti, tali da creare delle importanti perdite d’acqua nei terreni? E sapevi che dilavare i terreni sottostanti ad una fondazione può comportare cedimenti importanti? Ci capita spesso di intervenire in detti contesti, chiedendoci spesso: Perché non chiamare il geologo in fase di prevenzione? Facciamo qualche esempio. Ti è mai capitato di sentire al telegiornale di interventi su beni immobili da dover liberare da fango e detriti in occasione di eventi di dissesto idrogeologico inattesi? (Che poi di inatteso, in geologia, non c’è quasi nulla…). Oppure, ti è mai capitato di vedere in casa tua o di qualche tuo conoscente, lesioni allargarsi su facciate e pareti? Ed in caso, ti è mai capitato di verificare un abbassamento del piano di calpestio del tuo atrio giardino o dei marciapiedi a contorno di una parete oggetto di crepe? Bene, per tutti questi casi (e per altri ancora) devi chiamare il geologo. Esistono diversi tipi di studi da eseguire per ogni caso sopra citato, riducendo ad una percentuale prossima allo zero ogni possibile rischio atteso (o disatteso per molti seppur del settore!). Quando chiamare il Geologo? In fase di PREVENZIONE Un geologo non è solo uno studioso dei fenomeni naturali, ma un professionista della prevenzione. Senza un’analisi geologica accurata, rischi da frana, cedimenti e crolli sono solo una parte dei problemi in cui ti puoi imbattere senza saperlo, con il rischio di piangere eventi catastrofici che potevano essere individuati e risolti prima, preventivamente! In una nazione come l’Italia dove frane, alluvioni e fenomeni geologici sono all’ordine del giorno, la tua sicurezza è a rischio. E molte volte non ne sei nemmeno consapevole..! Nessuno mai verrà a dirti la realtà dello stato dei luoghi del lotto di terreno o del fabbricato che stai acquistando, sia per conflitti di interessi, sia per inconsapevolezza reale sull’argomento! Che poi diciamocelo… non è detto che per forza di cose, le lesioni al tuo fabbricato sono causate da eventi catastrofici imminenti. Anche una semplice tubatura di sottoservizi lesionata e che perde acqua, può dilavare i terreni e far cedere le tue fondazioni. Ma chi ti dice cosa realmente sta succedendo ai terreni di casa tua? Il Geologo Il geologo può aiutarti a prevenire i disastri attraverso una serie di studi mirati, che potrebbero colpire il tuo immobile e la tua famiglia in maniera diretta ed immediata o lenta e silenziosa! Quest’ultimo caso è, per certi versi più pericoloso, poiché tende a manifestare segnali chiari in tempi molto lunghi, quando il problema a monte ha ormai messo in opera danni irreversibili. Ma se sei arrivato fin qui, sappi che sei nel posto giusto per trovare le soluzioni più consone al tuo problema. Lo Studio SANFELICE interviene da tempo sui fenomeni descritti e garantisce studi mirati non solo al miglioramento della stabilità della tua casa, ma ti aiuta anche a risparmiare sui costi di riparazione futuri, preservando il tuo investimento economico! I danni derivanti da fenomeni di rischio idrogeologico o cedimenti in fondazione e strutturali da rischio sismico, possono rovinare irrimediabilmente il valore del tuo immobile, riducendone il fattore estetico ed economico sul mercato e compromettendo la cosa più preziosa: la tua sicurezza. E quindi se ti stai chiedendo cosa fare per aumentare il grado di sicurezza della tua casa… CONTATTACI ORA Prenota la tua consulenza geologica con noi per ottenere una valutazione accurata sullo stato dei luoghi della tua casa e dei suoi terreni di fondazione. Attraverso studi di dettaglio mirati, possiamo aiutarti a prevenire problematiche future e garantire la sicurezza alla tua famiglia ed alla tua proprietà. Contattaci oggi stesso per una consulenza mandando una mail ad info@studiosanfelice.it, scrivendoci un messaggio whatsapp al numero che trovi nella sezione CONTATTI oppure clicca qui e compila il form per prenotare la tua consulenza telefonica preliminare. Domande Frequenti 1. Devo ristrutturare casa, devo chiamare il geologo? Dipende. Se gli interventi che intendi realizzare rientrano in manutenzione ordinaria e non comportano variazioni sostanziali del fabbricato o dei carichi che esso esercita sui terreni e sulle fondazioni, non è necessario intervenire sulla geologia della casa. Viceversa, se i lavori che intendi realizzare vanno in manutenzione straordinaria e comportano variazioni sostanziali sia al fabbricato in se, che alle strutture, aumentando i carichi sui terreni e sulle fondazioni, allora è necessario l’intervento preventivo di un geologo che riporterà le nuove informazioni in una relazione geologica. Tale strumento è oggetto di asseverazione e va consegnata in fase di caricamento della pratica al Genio Civile e costituisce parte degli adempimenti propedeutici al consenso ai lavori da parte dell’Ente. In questo caso, senza il geologo non puoi nè far progettare, nè puoi costruire. E se faccio i lavori e non chiamo il geologo? Se rientri nel caso di lavori di manutenzione straordinaria con realizzazione di nuove strutture e variazioni sostanziali del fabbricato, non puoi non consultare anche il geologo. Un tecnico progettista sa bene che senza la relazione geologica non può depositare il calcolo di uno strutturista al Genio Civile. Se non chiami il geologo stai configurando l’iter tipico per un abuso edilizio e ne sei responsabile tu, la ditta

Studio di un Versante in Frana

Versante in Frana

Menu Home Chi Siamo Blog Menu Home Chi Siamo Blog Contattaci Home Blog Studio di un Versante in Frana Quando una frana minaccia la stabilità di un versante, è essenziale affrontare la situazione con un approccio sistematico e scientifico. L’Italia è un paese geomorfologicamente fragile e geologicamente giovane, per cui è fisiologico che in un contesto simile nascano problemi connessi al rischio idrogeologico. La cattiva gestione urbanistica del territorio, l’abusivismo e la carenza di manutenzione sono fattori che aggravano le circostanze del rischio. Lo studio di stabilità di un versante non solo individua le cause del dissesto ma delinea anche gli interventi da attuare per la mitigazione del rischio Idrogeologico atteso. In questo articolo, esploreremo in dettaglio le fasi operative necessarie per uno studio di stabilità di un versante in frana, focalizzandoci sulle attività geologiche propedeutiche e sulle azioni da intraprendere per garantire la sicurezza. Raccolta di Dati Preliminari Il primo passo per uno studio di stabilità di un versante in frana consiste nella raccolta di dati preliminari. Questa fase è fondamentale per costruire una base di conoscenze che guiderà le fasi successive. Analisi dei Dati Storici per lo studio di un versante in frana La frana in questione potrebbe essere il risultato di un fenomeno ricorrente nel tempo e per comprenderne meglio il contesto, si analizzano i dati storici disponibili. Questi includono relazioni precedenti, carte geologiche storiche, fotografie aeree e documenti tecnici che descrivono eventi franosi passati. La storia geologica dell’area fornisce preziose indicazioni sulle cause e sulla frequenza delle frane pregresse. Reperimento della Cartografia Oltre ai dati storici, è cruciale acquisire una cartografia aggiornata del sito. Le carte geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche e topografiche forniscono una visione chiara delle caratteristiche del terreno, delle pendenze e delle strutture geologiche presenti. Questi strumenti permettono di identificare aree critiche e di pianificare le indagini sul campo. Uno studio per un versante in frana non può prescindere dal reperimento, ai sensi di legge, delle planimetrie riferite all’Autorità di Bacino distrettuale di riferimento per l’area in studio, da cui dedurre le carte di Pericolosità e di Rischio. Altro strumento che può essere invece utilizzato anche dal privato cittadino, per poter intuire il contesto in cui sorge il proprio abitato, è il portale IdroGEO. Da questo portale è possibile individuare, in maniera intuitiva, la pericolosità, il rischio ed il tipo di monitoraggio esistente per le frane già censite. Conoscere lo stato dei luoghi del proprio abitato, consente di attuare tutte le azioni volte alla prevenzione ed alla propria salvaguardia. Individuare il rischio incombente sulla propria casa, consente di disporre del tempo necessario per contattare il proprio geologo di riferimento e prevenire eventi catastrofici. Sopralluogo e Rilevamento Geologico di Campo Dopo aver raccolto ed analizzato i dati preliminari, il passo successivo è condurre un sopralluogo sul sito. ll Geologo delinea quindi un quadro chiaro e dettagliato delle condizioni del versante. Per tali finalità, non di rado si avvale di droni e tecniche aerofotogrammetriche per inquadrare l’area nella sua complessità. Questo gli consente di osservare con dettaglio centimetrico aree molto grandi, in tempi brevi. Tali strumentazioni forniscono un dataset straordinario del sito affetto da un determinato rischio che viene osservato sotto diversi punti di vista tramite un modello tridimensionale, fedele alla realtà, in ambiente informatico. Da questi gemelli digitali del versante si ricercano segni visibili di instabilità, come lesioni nel terreno, superfici di probabile distacco, corone di frana esistenti o potenziali, blocchi in roccia prossimi al distacco, spostamenti di blocchi di roccia già conseguiti, accumuli di detriti e vegetazione inclinata. Questi indicatori sono cruciali per identificare aree particolarmente vulnerabili o movimenti franosi in atto, seppur lenti. Mappatura Geologica di Dettaglio di un versante in frana Durante il sopralluogo, si esegue una mappatura geologica dettagliata del versante. Questo processo include l’identificazione dei diversi litotipi presenti, la localizzazione delle peculiarità geologiche prima descritte e l’individuazione delle zone di alterazione del terreno. La mappatura aiuta a comprendere la geologia del sito ed a delineare le aree più critiche per instabilità. A supporto di queste fasi, come già anticipato, vi è la fotogrammetria aerea da drone che, tramite la restituzione di una Point Cloud e di modelli 3D, consente di censire in dettaglio tutti i problemi connessi al versante in studio e di raccogliere giaciture su roccia, su eventuali piani di scorrimento a vista ma in quota (e quindi non raggiungibili fisicamente). Il rilievo geomorfologico che ne deriva, si concentra inoltre sulle forme del territorio. Scarpate di frana, coni di detrito e terrazzi rappresentano la storia morfo-evolutiva del settore e determinano i parametri pregressi di instabilità. Da questa ulteriore analisi, è possibile ricostruire l’evoluzione della frana (se già esistente) e prevedere possibili futuri sviluppi. La fotogrammetria diventa a questo punto essenziale, poiché un modello tridimensionale acquisito in passato, può essere aggiornato e comparato con modelli attuali, monitorando e delineando il tipo di movimento e di rischio in atto. Questo perché la fotogrammetria, se gestita in un certo modo, consente di eseguire la stessa missione di volo del drone che, ripercorrendo la stessa rotta, acquisisce in egual modo un nuovo modello dell’area in studio. Ne deriva quindi chiara la possibilità di comparare, a parità di dettaglio, le evoluzioni ed i cambiamenti a cui il versante è stato soggetto, sia per le attività naturali che antropiche. Da qui, seguono poi le scelte degli interventi da fare, ma prima di procedere in tal senso, è fondamentale eseguire anche un piano di indagini geognostiche per acquisire i parametri tecnici dei terreni in movimento. Indagini Geotecniche e Geofisiche Una volta concluso il sopralluogo, è necessario eseguire indagini geotecniche e geofisiche per ottenere informazioni più precise sulle caratteristiche del terreno, del sottosuolo e della circolazione idrica sotterranea. Facciamo una piccola introduzione di quali sono le tipologie di indagini da utilizzare, sottolineando che la scelta ricade sempre su un piano di indagini differente di caso in caso e ponderato in funzione di quelle che sono le peculiarità del sito. Le Indagini di sito per lo studio di un versante in frana Le indagini a disposizione di un

Aerofotogrammetria da drone. Principi, metodi ed usi.

aerofotogrammetria da drone

Menu Home Chi Siamo Blog Menu Home Chi Siamo Blog Contattaci Home Blog Aerofotogrammetria da drone. Principi, metodi ed usi. La fotogrammetria da drone, o aerofotogrammetria da sUAV (small Unmanned Aerial Vehicle), è una tecnica innovativa che sfrutta droni equipaggiati con fotocamere per catturare immagini aeree ad alta risoluzione. Il fine è quello di elaborare foto per creare modelli tridimensionali dettagliati e mappe georeferenziate, per gli usi tecnici più disparati. Questo processo, che combina precisione tecnologica e pianificazione accurata, si suddivide in diverse fasi principali: pianificazione della missione di volo, acquisizione delle immagini, elaborazione dei dati e produzione di modelli e mappe in 2D o 3D. A cosa serve l’Aerofotogrammetria da drone? L’aerofotogrammetria da drone incontra molti settori professionali e trova soluzioni innovative e veloci per molte domande dell’attuale mercato. Si basa sul principio di Structure from Motion per raccogliere dati geospaziali e realizzare misurazioni lineari, areali e volumetriche. Che tu debba conoscere la lunghezza di un alveo strada, l’inclinazione di un versante, la superfice di un tetto, le misure di una facciata di un bene immobile, il volume di un accumulo di materiali lapidei o di un blocco di roccia, la fotogrammetria fa al caso tuo. Ma non si limita solo a questi aspetti poiché la fotogrammetria ricostruisce modelli tridimensionali di qualsiasi oggetto/area su cui tu intenda eseguire lavori. L’aerofotogrammetria è difatti particolarmente utile in molti settori professionali. Ad esempio, nell’edilizia, consente di monitorare lo stato di avanzamento dei lavori e di pianificare interventi strutturali con maggiore precisione. Consente di individuare terreni da frazionare per delineare perimetri e confini, valutare l’andamento del terreno per capire come fondare adeguatamente una piano di fondazione su scarpate e terreni inclinati, aiuta a restituire planimetrie accurate per l’ambito architettonico di facciate di edifici. I geologi la utilizzano anche per verifiche di stabilità dei versanti e monitorare il rischio idrogeologico. Addirittura, è possibile prendere giaciture su piani di roccia a vista ma ubicati a quote troppo elevate e non raggiungibili fisicamente dall’operatore. Questa tecnologia è fondamentale nello studio di un versante in frana, dove i modelli 3D ottenuti possono identificare movimenti del terreno e potenziali punti critici. La fotogrammetria da drone trova riscontro anche nel settore agricolo in cui viene utilizzata per monitorare lo stato delle colture ed ottimizzare le risorse. Pertanto, definiti i campi applicativi in cui trova riscontro questa tecnologia, entriamo nel vivo dell’argomento ed muoviamo i primi passi descrivendo le fasi operative. Fotogrammetria da drone: Pianificazione delle Missioni di Volo La pianificazione del volo è il primo step cruciale nella fotogrammetria da drone poichè è in questa fase che facciamo delle scelte mirate al tipo di risultato che vogliamo raggiungere. L’altezza di volo, la scelta della fotocamera e l’impostazione dei parametri, determinano la qualità e la precisione dei dati che verranno trasformati in modelli di studio. Per poter garantire un certo risultato, bisogna quindi conoscere delle nozioni fondamentali e propedeutiche al successo delle acquisizioni. Diversamente, i margini di errore saranno troppo alti ed andrà rifatto tutto da capo. Introduciamo le informazioni base: – Payload e fotocamere per la fotogrammetria da drone: Con il termine “Payload” si intende il carico che può essere applicato al drone che, in conformità alle disposizioni tecniche del costruttore, possono consentire il volo sicuro dell’aeromobile. Le fotocamere si configurano all’interno di questa definizione. Ne esistono di ogni tipo in commercio ma, per risultati professionali, si predilige l’uso di fotocamere a risoluzioni di 20 MP o superiori. Garantiscono immagini dettagliate, essenziali per ottenere modelli molto accurati. La scelta di sensori di grandi dimensioni (come full-frame o APS-C) e obiettivi a bassa distorsione è un’altro aspetto importante per migliorare la qualità delle immagini, specialmente in condizioni di scarsa illuminazione; si consiglia un sensore da almeno un pollice di grandezza. Infine, il tipo di otturatore da prediligere è quello meccanico. Questo poiché consente di scattare foto con il drone durante una navigazione anche spinta, senza avere problemi di distorsione delle immagini, come rappresentato di seguito. Fatta quindi una prima introduzione sulla strumentazione fotografica da prediligere, passiamo alle nozioni tecniche che bisogna conoscere per programmare una corretta missione di volo. Introduciamo quindi i concetti di Ground Sampling Distance e Ground Common Point. – Ground Sampling Distance (GSD) Il Ground Sampling Distance (GSD) rappresenta la distanza sul terreno tra i centri di due pixel consecutivi in un’immagine. Il pixel è l’unità fondamentale della foto che determina, all’interno dell’immagine stessa, parametri precisi quali posizione e colore di detta unità. Questo spiega perché risulti necessario conoscere il rapporto della distanza tra i centri di due pixel, con l’immagine acquisita. Conoscere il GSD permette di definire la risoluzione del modello finale. Un GSD con valore più basso corrisponde a una risoluzione più alta e ad un maggiore dettaglio grafico. Detto parametro è influenzato dalla combinazione tra altezza di volo del drone e caratteristiche della fotocamera; è un valore numerico che può essere calcolato. Come? Scopriamolo insieme: Per calcolare un GSD ottimale, è essenziale considerare la risoluzione della fotocamera e l’altezza di volo: Il GSD è sostanzialmente connesso a due parametri: Noti dunque i parametri che incidono sul GSD, riportiamo di seguito la formula per il calcolo: Tutti questi parametri possono essere gestiti tramite software come Pix4D, DroneDeploy e UgCS, che consentono di pianificare voli ottimizzati in base alla GSD desiderata. Per GSD desiderata si intende la risoluzione che viene richiesta dal progetto, dalle attività attese o semplicemente dal committente. – GCP (Ground Common Points) I Ground Control Points (GCP) sono punti di riferimento con coordinate note che vengono fisicamente posizionati nell’area in studio. Servono a migliorare significativamente la precisione della georeferenziazione del modello 3D. Il principio è il seguente: si dispone il punto di controllo e si batte nel suo centro una posizione con un GPS, collocandolo in uno spazio noto. Quando si andrà ad elaborare al pc il modello, non farà altro che restituire quella posizione nota, per quello specifico punto, all’interno del software di Structure From Motion. Questo ci consentirà di georiferire correttamente il modello e rettificare eventuali distorsioni, vincolando alla disposizione

Sarno, 5 Maggio 1998: una ferita ancora aperta.

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Menu Home Chi Siamo Blog Menu Home Chi Siamo Blog Contattaci Home Blog Sarno, 5 Maggio 1998: una ferita ancora aperta. Nella giornata del 5 maggio 1998, Sarno (SA) ed i comuni limitrofi furono colpiti da una serie di devastanti colate rapide di fango, che causarono una tragedia senza precedenti in Italia. Questo evento segnò profondamente la comunità locale e l’intero paese, mettendo in luce le gravi problematiche legate al rischio idrogeologico del territorio. Ma approfondiamo gli accadimenti cercando di ricostruire la storia in dettaglio, partendo dalla descrizione delle cause sino a giungere alla situazione ai giorni nostri. Il Rischio Idrogeologico a Sarno Il rischio idrogeologico è una delle principali minacce che affliggono le aree montane e collinari italiane, e Sarno è uno dei casi più emblematici. La straordinaria e distruttiva combinazione di elementi che ha portato giù i materiali piroclastici da copertura dei Monti di Sarno, ha trasformato l’accadimento in un unicum scientifico. Le condizioni geologiche del territorio, caratterizzato da materiali vulcanici poco coesi, messi in posto dalle eruzioni degli adiacenti apparati vulcanici campani, su versanti molto inclinati, rendono l’area particolarmente suscettibile a frane e colate rapide. La conoscenza ufficiale circa la pericolosità idrogeologica del territorio comunale di Sarno pregressa al 5 Maggio 1998 era contenuta “unicamente” nel Piano di Protezione Civile Comunale e negli elaborati geologici redatti per il Programma di Fabbricazione. Il piano era stato redatto senza una preventiva indagine idrogeologica, era sprovvisto di informazioni riguardanti le “colate rapide di fango” che erano sconosciute come fenomenologia idrogeologica a Sarno. Erano previsti unicamente i crolli di massi dai versanti rocciosi, fenomeni alluvionali quali scorrimento di acqua e detriti con accumulo di materiale di spessore decimetrico, fenomeni che spesso si verificavano in occasione di eventi piovosi prolungati. Il piano non era dunque corredato da una cartografia tecnica in scala dettagliata, nella quale individuare le aree abitate potenzialmente esposte a detti pericoli idrogeologici. Sarno, prima del 5 Maggio 1998, non era ritenuta area a rischio da colate rapide di fango. Nessun fenomeno di colata rapida è cartografato nell’immagine precedente a testimonianza che non si erano mai verificati fenomeni simili a quelli che si attivarono il 5 maggio 1998. Le Dinamiche della Tragedia Le colate rapide di fango che colpirono Sarno e i comuni limitrofi furono il risultato di una combinazione di fattori naturali ed antropici. Le piogge che saturarono i terreni già fragili, innescarono frane di materiali piroclastici vulcanici presenti sui versanti montuosi. Questi terreni, composti da ceneri vulcaniche, lapilli e pomici, sono noti per la loro instabilità in condizioni di saturazione. Le colate si svilupparono lungo i pendii, raggiungendo velocità elevate e trascinando con sé alberi, rocce e detriti. Le caratteristiche geologiche della zona, unite alla deforestazione ed alla costruzione di edifici in aree a rischio, contribuirono a creare lo scenario di disastro che si verificò. Evento piovoso straordinario? Non è andata così… Tra la notte del 4 e 5 maggio 1998 si verificarono degli eventi temporaleschi che vennero additati quali causa scatenante di una serie di colate di fango rapide che si riversarono sui centri abitati di Sarno, Episcopio, Quindici, Siano e Bracigliano. Le colate rapide di fango sono fenomeni catastrofici che possono avere sede in più contesti geomorfologici con fattori d’innesco quali piogge, eventi sismici, azioni antropiche (disboscamento e uso del suolo non sostenibile); sono terreni saturi che letteralmente passano da un comportamento tipico di un solido a quello di un fluido, scivolando dal versante in funzione delle pendenze. Risulta chiaro quindi che il motore primo di questi fenomeni di dissesto idrogeologico sono gli eventi temporaleschi. Molte fonti che trattano l’argomento sul web parlano spesso di eventi meteorici importanti, di evidenti e catastrofiche piogge torrenziali da cui il fenomeno di colata è scaturito. Tutto ciò non è propriamente vero. Infatti, le piogge che si sono verificate il 5 maggio 1998 non furono eccezionali al punto da essere percepite come straordinarie e pericolose. Un evento piovoso eccezionale, viene nettamente percepito dalla popolazione per la sua particolare insistenza e quantità di acqua meteorica che, visibilmente, comincia a ruscellare sulla superficie del suolo, creando talvolta disagi per viabilità e quant’altro. E non è quanto avvenne in quelle ore. Ma quindi… come è andata? Analizziamo i dati I dati a disposizione prima degli eventi del 5 maggio ’98 sono quelli relativi all’unico pluviometro funzionante in località Foce, poco ad ovest di Episcopio, località che rappresenta la parte occidentale dell’abitato di Sarno che fu direttamente interessata dai fenomeni di colata. L’istogramma schematizza le piogge del 4 e 5 maggio ’98 registrate a località Foce di Sarno. Trattasi di un evento importante ma certamente non eccezionale visto che, tra le 16:00 e le 24:00 precipitarono solo 11.8 mm di pioggia in totale. Questo conferma quindi l’assenza di segnali premonitori di fenomeni idrogeologici estremi che avrebbero spazzato via interi fabbricati (come ad esempio l’Ospedale Villa Malta). Volendo fare un paragone con un reale evento piovoso straordinario, confrontiamo le piogge di Sarno con il fenomeno meteorico del 4 novembre 2011 di Genova. Detto episodio di dissesto idrogeologico ha originato una disastrosa onda di piena e 6 vittime, dopo aver registrato la caduta al suolo di circa 450 mm di acqua in cinque ore, con una punta di 181 mm in un’ora. Ricostruiamo gli eventi Lungo il versante incombente solo sul Comune di Sarno e nelle frazioni di Episcopio e Lavorate, si sono verificate numerose colate di fango in circa 8 ore, tra le 16.15 e le 23.50 del 5 maggio 1998. Esse hanno causato 137 vittime e l’invasione di un’area di circa 159 ettari, il 40% della quale occupata da insediamenti abitativi e da infrastrutture di trasporto. Si parla quindi della messa in movimento di un volume complessivo stimato in oltre 1 milione di metri cubi. Gli inneschi si sono manifestati su versanti con inclinazioni comprese tra i 30° e 50° (con massimi fra 41° e 45°). In totale, tra le giornate del 5 e 6 Maggio ’98 hanno perso la vita 161 persone. Le Ore Del Terrore I movimenti franosi da colate che

Rischio Idrogeologico: Cause, Prevenzione e Normative.

Dissesto idrogeologico

Menu Home Chi Siamo Blog Menu Home Chi Siamo Blog Contattaci Home Blog Rischio Idrogeologico: Cause, Prevenzione e Normative Il dissesto idrogeologico è un insieme di processi naturali e/o antropici che alterano l’equilibrio geologico ed idrologico di un territorio, provocando instabilità nei suoli e nelle rocce. Il rischio idrogeologico può dunque manifestarsi attraverso fenomeni quali frane, alluvioni, erosione costiera e cedimenti, con effetti dannosi sulla sicurezza delle persone, delle infrastrutture e dell’ambiente. Dal punto di vista teorico, il dissesto idrogeologico è il risultato dell’interazione tra le caratteristiche geologiche di un territorio (come la composizione delle rocce e la struttura del suolo) e fattori esogeni (come precipitazioni intense, attività sismiche o interventi umani). Il dissesto può essere indotto o accelerato da cause antropiche come la deforestazione, l’urbanizzazione incontrollata, la costruzione di infrastrutture inadeguate e l’agricoltura intensiva, le quali destabilizzano ulteriormente il suolo. Con fenomeni come frane ed alluvioni, il rischio da dissesto idrogeologico in Italia è particolarmente elevato. La conformazione geologica del Paese, combinata con l’intensa attività umana, rende necessaria una gestione attenta e mirata. In questo articolo, esamineremo le cause del dissesto idrogeologico, le normative italiane in materia e le migliori strategie di prevenzione, con un focus sul ruolo fondamentale del geologo. Cause e Tipologie di Dissesto Idrogeologico Le cause del dissesto idrogeologico in Italia possono essere suddivise in fattori naturali ed antropici. Analizziamo insieme le varie tipologie di fenomeni che rientrano nella definizione di Dissesto Idrogeologico. Facciamo un focus sui fattori scatenanti e definiamo le cause, sia antropiche che naturali, che portano a questi eventi calamitosi. Frane e smottamenti Sono movimenti gravitativi di una massa di roccia, terreno o detriti lungo un pendio. Dal punto di vista teorico, la frana si verifica quando le forze che tendono a far scivolare il materiale lungo il pendio (forze di gravità e pressione dei pori) superano le forze trattengono il materiale in stasi (e prendono il nome di “coesione” ed “attrito interno”). Le frane si classificano in base al tipo di movimento (scorrimento, caduta, colamento, ribaltamento, espansione laterale), alla velocità, al materiale coinvolto (terreni, rocce, detriti) ed alla quantità d’acqua presente. Le cause naturali delle frane includono fenomeni quali piogge intense, terremoti, ed erosione. Le cause antropiche sono da ricondurre ad una inadeguata gestione del territorio ed una smodata urbanizzazione, alla deforestazione ed al consumo del suolo. Alluvioni Sono eventi idrogeologici a carattere distruttivo, in cui le acque di un fiume o torrente straripano, sommergendo le aree circostanti. Questo fenomeno può essere causato da forti piogge, scioglimento rapido della neve, o da entrambe le circostanze. A dette cause si somma una errata gestione del territorio con la realizzazione di opere non adeguatamente progettate per la regimazione delle acque fluviali e superficiali. Le alluvioni rappresentano un tipo di dissesto che può provocare gravi danni alle infrastrutture, all’ambiente ed alla vita umana. Si suddividono in “rapide”, che avvengono in breve tempo a causa di piogge intense, e “lente”, causate da eventi meteorologici prolungati. Le conseguenze includono danni a proprietà, contaminazione delle risorse idriche ed impatti negativi sull’agricoltura locale. Erosione Costiera È un processo naturale che riduce il litorale attraverso l’azione continua di onde, mareggiate e correnti marine. Detto fenomeno comporta il trasporto e l’allontanamento dei sedimenti sabbiosi e la demolizione delle scogliere, riducendo la linea di costa e mettendo a rischio le infrastrutture ed il patrimonio immobiliare adiacenti. Può essere causato da fenomeni naturali quali l’azione incessante delle onde battenti sulla costa, dal trasporto delle correnti marine, da fenomeni temporaleschi estremi e da variazioni del livello del mare. I fenomeni franosi, talvolta, possono essere causati da fenomeni sismici che, scuotendo il terreno, innescano la caduta di frane sia in terra che in roccia. A tal riguardo, in uno studio di mitigazione del rischio idrogeologico, non si può prescindere dall’approfondire anche il Rischio Sismico dell’area. Addirittura ci sono fenomeni franosi sismo-indotti, il cui fenomeno sismico è strettamente connesso a fenomeni vulcanici. Abbiamo scritto un articolo sul Rischio Vulcanico che puoi approfondire cliccando qui. Esempi famosi di Dissesto Idrogeologico in Italia L’Italia ha vissuto numerosi ed intensi eventi di dissesto idrogeologico, alcuni dei quali sono diventati emblematici per comprendere l’importanza della prevenzione. La Pericolosità ed Il Rischio Idrogeologico: le differenze Con il termine “Pericolosità” si intende la probabilità che un dato evento (in questo caso, un dissesto idrogeologico) accada. Con il termine “Rischio” si fa riferimento alla possibilità che un fenomeno naturale o indotto dalle attività dell’uomo possa causare effetti dannosi sulla popolazione, gli insediamenti e le infrastrutture. Il concetto di rischio, circoscrive il fenomeno di dissesto all’interno di una particolare area ed in un determinato periodo di tempo, individuando degli elementi esposti che risultano essere “vulnerabili“. Come si calcola il Rischio? Per rendere più precisa la definizione di “Rischio”, come noto agli addetti ai lavori quali i geologi, si utilizza la seguente formula matematica: R= P x V x E “R” sta per Rischio, “P” per Pericolosità, “V” per Vulnerabilità ed “E” per Elementi a rischio. Dalla moltiplicazione di questi tre fattori si determina, matematicamente, il parametro del Rischio. Se anche solo una di queste variabili risulta essere pari a zero, il rischio sarà nullo. Ti lascio qui un articolo tratto dal Consiglio Nazionale dei Geologi sull’argomento e puoi accedervi cliccando qui. Prevenzione dal Rischio Idrogeologico La prevenzione dal rischio idrogeologico richiede un approccio integrato, che comprende pianificazione territoriale, interventi strutturali ed attività di sensibilizzazione per la popolazione. Pianificazione Territoriale La pianificazione territoriale svolge un ruolo cruciale nella prevenzione. Evitare nuove costruzioni in aree a rischio e garantire un regolare uso del suolo, sono azioni fondamentali per ridurre il dissesto idrogeologico. Le normative italiane incoraggiano la creazione di piani urbanistici consapevoli del rischio idrogeologico atteso in certe aree, integrando mappe di pericolosità e vincoli costruttivi. Interventi Strutturali Gli interventi strutturali, come la costruzione di muri di contenimento, la canalizzazione delle acque e la rinaturalizzazione del territorio, sono essenziali per mitigare i rischi. Questi interventi mirano a controllare i processi naturali e ridurre il rischio di frane ed alluvioni (ad esempio, la realizzazione di bacini

Il Ruolo del Geologo.

Menu Home Chi Siamo Blog Menu Home Chi Siamo Blog Contattaci Home Blog Il Ruolo del Geologo Il geologo è un professionista chiave nella comprensione del territorio e nella gestione delle risorse naturali. Il suo lavoro spazia dallo studio delle rocce all’analisi dei rischi naturali, come il rischio idrogeologico e sismico. Questa figura professionale gioca un ruolo fondamentale nella sicurezza delle costruzioni, garantendo che ogni progetto sia basato su solide fondamenta. Questo articolo esplora in dettaglio le competenze e l’importanza del geologo nei vari contesti, con un focus particolare sul rischio idrogeologico, rischio sismico, ed alla gestione sostenibile di ambiente e territorio. La Geotecnica e la Stabilità Strutturale La geotecnica è una disciplina strettamente legata alla geologia che si concentra sull’interazione tra il terreno e le strutture costruite. Un’analisi geotecnica accurata permette di determinare la capacità portante del suolo, prevenendo cedimenti strutturali. Che si tratti di abitazioni, infrastrutture o edifici pubblici, il fine è sempre garantire la sicurezza delle persone e la stabilità dell’edificato. Grazie alle indagini geotecniche, il geologo può identificare problematiche come la presenza di argille espansive o terreni instabili. Soluzioni tecniche come l’installazione di micropali o l’uso di resine espandenti possono risolvere queste criticità, aumentando la sicurezza e la durabilità delle strutture. La geotecnica è il tema principale su cui orbita buona parte delle mansioni che spettano a questa figura tecnica che, con approcci multidisciplinari, relaziona per privati, tecnici, pubbliche amministrazioni e agenzie governative. Il Geologo nell’Ambito dell’Edilizia Nell’ambito dell’edilizia, il geologo è una figura imprescindibile. Durante la fase iniziale di ogni progetto, il geologo pianifica e supervisiona indagini fondamentali come i sondaggi geognostici e le indagini geofisiche. Questi studi forniscono dati essenziali sulla qualità del terreno, permettendo di progettare fondazioni adeguate. Inoltre, il geologo collabora con ingegneri e architetti per prevenire costi aggiuntivi derivanti da “sorprese geologiche”. Problemi come cedimenti delle fondazioni o crepe nei muri possono essere evitati grazie a una consulenza geologica preventiva. Per esempio, in un recente progetto residenziale, un’analisi accurata ha permesso di scegliere fondazioni profonde, evitando il rischio di cedimenti connessi a fenomeni di liquefazione. Gli studi di un geologo includono l’o studio’analisi imprescindibile delle caratteristiche fisiche e meccaniche dei terreni, essenziali per progettare fondazioni adeguate e prevenire problemi strutturali come il cedimento o, nei casi peggiori, il crollo delle strutture. Indagini Geotecniche e Stabilità delle Costruzioni Le indagini geotecniche rappresentano il primo passo per comprendere come il suolo interagisca con le fondazioni di un edificio. Attraverso queste analisi, si determina se il terreno è in grado di sostenere il peso delle strutture previste, evitando così il rischio di cedimenti. Il cedimento delle fondazioni è un problema molto grave che può manifestarsi con crepe nei muri, abbassamento del piano di calpestio (strade e/o marciapiedi) inclinazioni pericolose di un muro o addirittura il crollo parziale o totale dell’edificio. Prevedere e prevenire questi rischi è possibile solo grazie a una corretta analisi geotecnica, che permette di progettare fondazioni che siano stabili e sicure, anche in condizioni di carichi sia temporanei che permanenti. Esistono dei metodi per ripristinare e consolidare le fondazioni; a tal proposito abbiamo scritto un articolo che puoi approfondire cliccando qui. La Progettazione delle Fondazioni Il geologo collabora strettamente con ingegneri, strutturisti ed architetti per garantire che le fondazioni siano progettate in base alle caratteristiche specifiche del terreno. Questo processo è fondamentale per garantire la sicurezza strutturale, ma anche per prevenire costi aggiuntivi durante la costruzione che possono derivare dalla temuta sorpresa geologica. Problemi legati al terreno (presenza di argille espansive o strati di terreno instabili) possono richiedere l’adozione di soluzioni progettuali particolari, come fondazioni profonde o tecniche di miglioramento del suolo (installazione di pali, micropali o resine espandenti). In alcuni casi è possibile migliorare la stabilità di fabbricati esistenti con le tecniche prima descritte, tuttavia è fondamentale una consulenza preliminare del geologo per capire come intervenire con tempi e costi adeguati al problema occorso che varia di caso in caso. Per ulteriori approfondimenti in materia di consolidamento dei terreni post-operam su fondazioni o edifici affetti da cedimenti e lesioni, clicca qui. Il geologo può essere chiamato ad eseguire valutazioni post-evento calamitoso come un terremoto, un’eruzione o una frana, per verificare la stabilità delle fondazioni e la necessità di interventi correttivi. Il Geologo e la Sicurezza del Territorio Il suo contributo si estende anche all’analisi dei rischi ambientali mirati a garantire la sicurezza delle risorse idriche, del territorio e della popolazione. – L’Impatto Ambientale e la Sostenibilità L’interazione tra geologia e ambiente è fondamentale per la sostenibilità dei progetti. Il geologo non solo analizza i rischi sismici ed idrogeologici, ma considera anche gli aspetti dell’opera che influenzeranno l’ambiente circostante. L’analisi geologica del territorio consente di mitigare i rischi ambientali e garantire la protezione delle infrastrutture. In questo contesto, la valutazione di impatto ambientale (VIA) e la valutazione ambientale strategica (VAS) giocano un ruolo chiave. Sono strumenti utili a garantire la compatibilità dei progetti con il territorio nel rispetto delle normative ambientali. Dette procedure nascono dall’interazione multidisciplinare di più figure tecniche in cui il geologo si configura quale attore protagonista. – Normativa e Procedure: VIA e VAS sono regolate, a livello europeo, dalla Direttiva 2011/92/UE e, in Italia, dal D.Lgs. 152/2006 (Testo Unico Ambientale): stabiliscono le procedure per l’autorizzazione di opere pubbliche e private. Il geologo redige studi dettagliati che considerano la geotecnica dei terreni, il rischio idrogeologico dell’area, il rischio vulcanico ed il rischio sismico atteso in sito, rappresentando infine tutte le peculiarità dell’area in studio ed individuando matrici ed elementi esposti. Detti studi delineano le misure di mitigazione che assicurano la stabilità e la protezione dell’ambiente circoscritto al rischio individuato e/o all’impatto atteso dalla costruzione di un’opera. – Indagini Geofisiche e Bonifica dei Siti Contaminati: Il geologo interviene anche nell’ambito della bonifica dei siti contaminati. La sua expertise è essenziale per identificare e caratterizzare, principalmente, le contaminazioni del suolo e delle acque sotterranee. Collabora con ingegneri ed altri esperti per progettare ed implementare soluzioni che ripristinino la sicurezza del sito, garantendo al contempo la salute pubblica. Il geologo utilizza