Il Consolidamento delle fondazioni: Pali, Micropali e Resine Espandenti
Menu Home Chi Siamo Blog Menu Home Chi Siamo Blog Contattaci Home Blog Il Consolidamento delle fondazioni: Pali, Micropali e Resine Espandenti Il consolidamento delle fondazioni è un processo importante per garantire la stabilità degli edifici, specialmente in caso di cedimenti o all’occorrenza di fenomeni premonitori di eventuali crolli. Tecniche quali l’uso di pali, micropali e resine espandenti sono essenziali in questo contesto e trovano grande riscontro sul mercato odierno. In Italia, dove il rischio di cedimenti è accentuato da particolari condizioni geologiche (come ad esempio i fenomeni di liquefazione o il dilavamento dei terreni), l’utilizzo di pali, micropali, e resine espandenti si rivela fondamentale per intervenire su edifici esistenti di cui migliorare la stabilità strutturale e la resistenza dei terreni di fondazione. Cos’è il Consolidamento delle Fondazioni? Il consolidamento delle fondazioni è un intervento indispensabile per ripristinare la stabilità di edifici costruiti su terreni instabili o soggetti a cedimenti; detto problema deriva essenzialmente dalla natura dei litotipi, dalla presenza di falde acquifere superficiali, eventi sismici con relativi fenomeni sismo-indotti o, semplicemente, da errori di progettazione. In Italia, molte costruzioni risentono di queste problematiche, soprattutto in regioni dove la componente geologica è particolarmente complessa. Quali Segnali Prevedono un Cedimento? Riconoscere i segni del cedimento in fondazione è fondamentale per prevenire danni molto gravi. Crepe nei muri, pavimenti irregolari o porte e finestre che non si chiudono correttamente, sono indizi premonitori di un deficit della stabilità strutturale. In questi casi è indispensabile consultare un geologo al fine di poter valutare l’intervento più appropriato tra quelli citati. Infatti, dall’analisi geologica condotta attraverso una serie di indagini geognostiche preliminari, come ad esempio le indagini penetrometriche, si acquisiscono le informazioni sulla stratigrafia del sito. Da questo ne deriva dunque il piano d’azione da intraprendere per mitigare il cedimento e consolidare fondazioni e strutture attraverso metodi mirati. Perché scegliere il Consolidamento delle fondazioni? Pali e micropali rappresentano soluzioni di consolidamento che agiscono in profondità, trasferendo il peso della struttura ad aree del sottosuolo più competenti. I pali sono generalmente utilizzati per edifici più grandi o in situazioni complesse dove è necessario raggiungere strati di terreno/roccia molto profondi. I micropali, di diametro ridotto (circa 7cm), sono ideali per interventi meno invasivi a farsi in edifici residenziali in uso, fabbricati storici o in aree affette da limitazioni di vario tipo. Ma prima di addentrarci nell’argomento, facciamo prima una distinzione tra queste tecnologie. Differenze tra le tipologie di pali Esistono svariate famiglie di pali che, all’occorrenza, mostrano una variabile adattabilità al tipo di consolidamento che si vuole mettere in atto. Non ci soffermeremo sulle varie tipologie e peculiarità costruttive, ma sulle categorie generichei che possono essere così raggruppate: Tuttavia, i pali non sono l’unico modo per consolidare un terreno ceduto. Con il tempo, le soluzioni diventano sempre più interessanti! Parliamo quindi di… Resine Espandenti: Innovazione e Vantaggi Le resine espandenti permettono di consolidare il terreno e sollevare le fondazioni (nell’ordine di misura che varia da pochi centimetri a qualche decimetro), sfruttando le caratteristiche chimiche degli aggregati iniettati nel terreno. Si inseriscono attraverso delle cannule che, posizionate a livelli quotati variabili, si espandono e colmano i vuoti nel terreno, migliorandone la portanza. Questo metodo è particolarmente utile in contesti dove il cedimento è localizzato e si necessita di un intervento non invasivo e rapido. Le resine possono essere utilizzate anche per sollevare pavimenti o marciapiedi che si sono ribassati nel tempo per svariate cause, geologiche e non. Il successo, oltre alla corretta posa in opera ed alla qualità della miscela, è legata soprattutto alla mitigazione del problema che ha messo in opera il cedimento (come ad esempio, tubature lesionate con conseguenti perdite d’acqua nei terreni). Il risultato è immediato e non richiede, generalmente, titoli autorizzativi all’intervento. Differenze tra Pali, Micropali e Resine Espandenti Le tecnologie descritte presentano differenze significative che si traducono in un attento utilizzo in funzione del risultato che si intende raggiungere. Logistica, tempi di esecuzione, numero di installazioni e manovalanza, determinano il prezzo dell’intervento. A tal proposito, non è possibile fare una stima economica precisa, in quanto ogni caso è a se e va analizzato in ogni sua peculiarità. Ad ogni modo possiamo tranquillamente suggerire l’utilizzo di:– resine espandenti: per interventi di natura irrisoria come ad esempio il ripristino di piani quotati di calpestio che si sono ribassati. In alcuni casi la si può usare anche per ripristinare la quota di piccoli manufatti che si sono inclinati o ribassati rispetto a strutture adiacenti. Non è consigliabile l’uso di resine in prossimità di ricicli d’acqua nel terreno oggetto di intervento, di terreni limosi o di cedimenti di grossa entità;– Pali: preferibilmente da installare su costruzioni di nuova fabbricazione, sono soluzioni da approntare in occasione di terreni superficiali scadenti, al fine di trasferire i carichi a strati del sottosuolo più performanti dal punto di vista geotecnico. Si possono integrare anche in occasione di consolidamenti ma si deve tener conto di ampi spazi logistici e di costi sicuramente non irrisori. La tipologia dei materiali ed il metodo di infissione, viene stabilito dal progettista in funzione degli studi geologici realizzati in area da un geologo;– Micropali: richiedono costi più contenuti e tempi meno lunghi rispetto a quanto richiesto per l’installazione di un palo. Vengono molto utilizzati nell’ambito dei ripristini di fondazioni cedute per piccole e medie abitazioni, il cui carico viene ripartito per ogni micropalo connesso a plinti o travi rovesce con opportune strumentazioni che fanno lavorare il micropalo sin da subito, monitorandone lo stato tensionale e raggiungendo un grado di precisione molto elevato. Normative e Linee Guida sul Consolidamento delle Fondazioni Il consolidamento delle fondazioni tramite pali, micropali e resine espandenti è regolato da precise normative tecniche in Italia. Le Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 2018) e il Decreto Ministeriale del 14 gennaio 2008 ne stabiliscono i criteri per la progettazione. Conclusione Affidarsi a tecnologie avanzate come pali, micropali e resine espandenti è essenziale per garantire la stabilità delle fondazioni e la sicurezza delle costruzioni che hanno subito un cedimento. Questi metodi offrono soluzioni efficaci per prevenire
Aerofotogrammetria da drone. Principi, metodi ed usi.
Menu Home Chi Siamo Blog Menu Home Chi Siamo Blog Contattaci Home Blog Aerofotogrammetria da drone. Principi, metodi ed usi. La fotogrammetria da drone, o aerofotogrammetria da sUAV (small Unmanned Aerial Vehicle), è una tecnica innovativa che sfrutta droni equipaggiati con fotocamere per catturare immagini aeree ad alta risoluzione. Il fine è quello di elaborare foto per creare modelli tridimensionali dettagliati e mappe georeferenziate, per gli usi tecnici più disparati. Questo processo, che combina precisione tecnologica e pianificazione accurata, si suddivide in diverse fasi principali: pianificazione della missione di volo, acquisizione delle immagini, elaborazione dei dati e produzione di modelli e mappe in 2D o 3D. A cosa serve l’Aerofotogrammetria da drone? L’aerofotogrammetria da drone incontra molti settori professionali e trova soluzioni innovative e veloci per molte domande dell’attuale mercato. Si basa sul principio di Structure from Motion per raccogliere dati geospaziali e realizzare misurazioni lineari, areali e volumetriche. Che tu debba conoscere la lunghezza di un alveo strada, l’inclinazione di un versante, la superfice di un tetto, le misure di una facciata di un bene immobile, il volume di un accumulo di materiali lapidei o di un blocco di roccia, la fotogrammetria fa al caso tuo. Ma non si limita solo a questi aspetti poiché la fotogrammetria ricostruisce modelli tridimensionali di qualsiasi oggetto/area su cui tu intenda eseguire lavori. L’aerofotogrammetria è difatti particolarmente utile in molti settori professionali. Ad esempio, nell’edilizia, consente di monitorare lo stato di avanzamento dei lavori e di pianificare interventi strutturali con maggiore precisione. Consente di individuare terreni da frazionare per delineare perimetri e confini, valutare l’andamento del terreno per capire come fondare adeguatamente una piano di fondazione su scarpate e terreni inclinati, aiuta a restituire planimetrie accurate per l’ambito architettonico di facciate di edifici. I geologi la utilizzano anche per verifiche di stabilità dei versanti e monitorare il rischio idrogeologico. Addirittura, è possibile prendere giaciture su piani di roccia a vista ma ubicati a quote troppo elevate e non raggiungibili fisicamente dall’operatore. Questa tecnologia è fondamentale nello studio di un versante in frana, dove i modelli 3D ottenuti possono identificare movimenti del terreno e potenziali punti critici. La fotogrammetria da drone trova riscontro anche nel settore agricolo in cui viene utilizzata per monitorare lo stato delle colture ed ottimizzare le risorse. Pertanto, definiti i campi applicativi in cui trova riscontro questa tecnologia, entriamo nel vivo dell’argomento ed muoviamo i primi passi descrivendo le fasi operative. Fotogrammetria da drone: Pianificazione delle Missioni di Volo La pianificazione del volo è il primo step cruciale nella fotogrammetria da drone poichè è in questa fase che facciamo delle scelte mirate al tipo di risultato che vogliamo raggiungere. L’altezza di volo, la scelta della fotocamera e l’impostazione dei parametri, determinano la qualità e la precisione dei dati che verranno trasformati in modelli di studio. Per poter garantire un certo risultato, bisogna quindi conoscere delle nozioni fondamentali e propedeutiche al successo delle acquisizioni. Diversamente, i margini di errore saranno troppo alti ed andrà rifatto tutto da capo. Introduciamo le informazioni base: – Payload e fotocamere per la fotogrammetria da drone: Con il termine “Payload” si intende il carico che può essere applicato al drone che, in conformità alle disposizioni tecniche del costruttore, possono consentire il volo sicuro dell’aeromobile. Le fotocamere si configurano all’interno di questa definizione. Ne esistono di ogni tipo in commercio ma, per risultati professionali, si predilige l’uso di fotocamere a risoluzioni di 20 MP o superiori. Garantiscono immagini dettagliate, essenziali per ottenere modelli molto accurati. La scelta di sensori di grandi dimensioni (come full-frame o APS-C) e obiettivi a bassa distorsione è un’altro aspetto importante per migliorare la qualità delle immagini, specialmente in condizioni di scarsa illuminazione; si consiglia un sensore da almeno un pollice di grandezza. Infine, il tipo di otturatore da prediligere è quello meccanico. Questo poiché consente di scattare foto con il drone durante una navigazione anche spinta, senza avere problemi di distorsione delle immagini, come rappresentato di seguito. Fatta quindi una prima introduzione sulla strumentazione fotografica da prediligere, passiamo alle nozioni tecniche che bisogna conoscere per programmare una corretta missione di volo. Introduciamo quindi i concetti di Ground Sampling Distance e Ground Common Point. – Ground Sampling Distance (GSD) Il Ground Sampling Distance (GSD) rappresenta la distanza sul terreno tra i centri di due pixel consecutivi in un’immagine. Il pixel è l’unità fondamentale della foto che determina, all’interno dell’immagine stessa, parametri precisi quali posizione e colore di detta unità. Questo spiega perché risulti necessario conoscere il rapporto della distanza tra i centri di due pixel, con l’immagine acquisita. Conoscere il GSD permette di definire la risoluzione del modello finale. Un GSD con valore più basso corrisponde a una risoluzione più alta e ad un maggiore dettaglio grafico. Detto parametro è influenzato dalla combinazione tra altezza di volo del drone e caratteristiche della fotocamera; è un valore numerico che può essere calcolato. Come? Scopriamolo insieme: Per calcolare un GSD ottimale, è essenziale considerare la risoluzione della fotocamera e l’altezza di volo: Il GSD è sostanzialmente connesso a due parametri: Noti dunque i parametri che incidono sul GSD, riportiamo di seguito la formula per il calcolo: Tutti questi parametri possono essere gestiti tramite software come Pix4D, DroneDeploy e UgCS, che consentono di pianificare voli ottimizzati in base alla GSD desiderata. Per GSD desiderata si intende la risoluzione che viene richiesta dal progetto, dalle attività attese o semplicemente dal committente. – GCP (Ground Common Points) I Ground Control Points (GCP) sono punti di riferimento con coordinate note che vengono fisicamente posizionati nell’area in studio. Servono a migliorare significativamente la precisione della georeferenziazione del modello 3D. Il principio è il seguente: si dispone il punto di controllo e si batte nel suo centro una posizione con un GPS, collocandolo in uno spazio noto. Quando si andrà ad elaborare al pc il modello, non farà altro che restituire quella posizione nota, per quello specifico punto, all’interno del software di Structure From Motion. Questo ci consentirà di georiferire correttamente il modello e rettificare eventuali distorsioni, vincolando alla disposizione
Il Ruolo del Geologo.
Menu Home Chi Siamo Blog Menu Home Chi Siamo Blog Contattaci Home Blog Il Ruolo del Geologo Il geologo è un professionista chiave nella comprensione del territorio e nella gestione delle risorse naturali. Il suo lavoro spazia dallo studio delle rocce all’analisi dei rischi naturali, come il rischio idrogeologico e sismico. Questa figura professionale gioca un ruolo fondamentale nella sicurezza delle costruzioni, garantendo che ogni progetto sia basato su solide fondamenta. Questo articolo esplora in dettaglio le competenze e l’importanza del geologo nei vari contesti, con un focus particolare sul rischio idrogeologico, rischio sismico, ed alla gestione sostenibile di ambiente e territorio. La Geotecnica e la Stabilità Strutturale La geotecnica è una disciplina strettamente legata alla geologia che si concentra sull’interazione tra il terreno e le strutture costruite. Un’analisi geotecnica accurata permette di determinare la capacità portante del suolo, prevenendo cedimenti strutturali. Che si tratti di abitazioni, infrastrutture o edifici pubblici, il fine è sempre garantire la sicurezza delle persone e la stabilità dell’edificato. Grazie alle indagini geotecniche, il geologo può identificare problematiche come la presenza di argille espansive o terreni instabili. Soluzioni tecniche come l’installazione di micropali o l’uso di resine espandenti possono risolvere queste criticità, aumentando la sicurezza e la durabilità delle strutture. La geotecnica è il tema principale su cui orbita buona parte delle mansioni che spettano a questa figura tecnica che, con approcci multidisciplinari, relaziona per privati, tecnici, pubbliche amministrazioni e agenzie governative. Il Geologo nell’Ambito dell’Edilizia Nell’ambito dell’edilizia, il geologo è una figura imprescindibile. Durante la fase iniziale di ogni progetto, il geologo pianifica e supervisiona indagini fondamentali come i sondaggi geognostici e le indagini geofisiche. Questi studi forniscono dati essenziali sulla qualità del terreno, permettendo di progettare fondazioni adeguate. Inoltre, il geologo collabora con ingegneri e architetti per prevenire costi aggiuntivi derivanti da “sorprese geologiche”. Problemi come cedimenti delle fondazioni o crepe nei muri possono essere evitati grazie a una consulenza geologica preventiva. Per esempio, in un recente progetto residenziale, un’analisi accurata ha permesso di scegliere fondazioni profonde, evitando il rischio di cedimenti connessi a fenomeni di liquefazione. Gli studi di un geologo includono l’o studio’analisi imprescindibile delle caratteristiche fisiche e meccaniche dei terreni, essenziali per progettare fondazioni adeguate e prevenire problemi strutturali come il cedimento o, nei casi peggiori, il crollo delle strutture. Indagini Geotecniche e Stabilità delle Costruzioni Le indagini geotecniche rappresentano il primo passo per comprendere come il suolo interagisca con le fondazioni di un edificio. Attraverso queste analisi, si determina se il terreno è in grado di sostenere il peso delle strutture previste, evitando così il rischio di cedimenti. Il cedimento delle fondazioni è un problema molto grave che può manifestarsi con crepe nei muri, abbassamento del piano di calpestio (strade e/o marciapiedi) inclinazioni pericolose di un muro o addirittura il crollo parziale o totale dell’edificio. Prevedere e prevenire questi rischi è possibile solo grazie a una corretta analisi geotecnica, che permette di progettare fondazioni che siano stabili e sicure, anche in condizioni di carichi sia temporanei che permanenti. Esistono dei metodi per ripristinare e consolidare le fondazioni; a tal proposito abbiamo scritto un articolo che puoi approfondire cliccando qui. La Progettazione delle Fondazioni Il geologo collabora strettamente con ingegneri, strutturisti ed architetti per garantire che le fondazioni siano progettate in base alle caratteristiche specifiche del terreno. Questo processo è fondamentale per garantire la sicurezza strutturale, ma anche per prevenire costi aggiuntivi durante la costruzione che possono derivare dalla temuta sorpresa geologica. Problemi legati al terreno (presenza di argille espansive o strati di terreno instabili) possono richiedere l’adozione di soluzioni progettuali particolari, come fondazioni profonde o tecniche di miglioramento del suolo (installazione di pali, micropali o resine espandenti). In alcuni casi è possibile migliorare la stabilità di fabbricati esistenti con le tecniche prima descritte, tuttavia è fondamentale una consulenza preliminare del geologo per capire come intervenire con tempi e costi adeguati al problema occorso che varia di caso in caso. Per ulteriori approfondimenti in materia di consolidamento dei terreni post-operam su fondazioni o edifici affetti da cedimenti e lesioni, clicca qui. Il geologo può essere chiamato ad eseguire valutazioni post-evento calamitoso come un terremoto, un’eruzione o una frana, per verificare la stabilità delle fondazioni e la necessità di interventi correttivi. Il Geologo e la Sicurezza del Territorio Il suo contributo si estende anche all’analisi dei rischi ambientali mirati a garantire la sicurezza delle risorse idriche, del territorio e della popolazione. – L’Impatto Ambientale e la Sostenibilità L’interazione tra geologia e ambiente è fondamentale per la sostenibilità dei progetti. Il geologo non solo analizza i rischi sismici ed idrogeologici, ma considera anche gli aspetti dell’opera che influenzeranno l’ambiente circostante. L’analisi geologica del territorio consente di mitigare i rischi ambientali e garantire la protezione delle infrastrutture. In questo contesto, la valutazione di impatto ambientale (VIA) e la valutazione ambientale strategica (VAS) giocano un ruolo chiave. Sono strumenti utili a garantire la compatibilità dei progetti con il territorio nel rispetto delle normative ambientali. Dette procedure nascono dall’interazione multidisciplinare di più figure tecniche in cui il geologo si configura quale attore protagonista. – Normativa e Procedure: VIA e VAS sono regolate, a livello europeo, dalla Direttiva 2011/92/UE e, in Italia, dal D.Lgs. 152/2006 (Testo Unico Ambientale): stabiliscono le procedure per l’autorizzazione di opere pubbliche e private. Il geologo redige studi dettagliati che considerano la geotecnica dei terreni, il rischio idrogeologico dell’area, il rischio vulcanico ed il rischio sismico atteso in sito, rappresentando infine tutte le peculiarità dell’area in studio ed individuando matrici ed elementi esposti. Detti studi delineano le misure di mitigazione che assicurano la stabilità e la protezione dell’ambiente circoscritto al rischio individuato e/o all’impatto atteso dalla costruzione di un’opera. – Indagini Geofisiche e Bonifica dei Siti Contaminati: Il geologo interviene anche nell’ambito della bonifica dei siti contaminati. La sua expertise è essenziale per identificare e caratterizzare, principalmente, le contaminazioni del suolo e delle acque sotterranee. Collabora con ingegneri ed altri esperti per progettare ed implementare soluzioni che ripristinino la sicurezza del sito, garantendo al contempo la salute pubblica. Il geologo utilizza
La Relazione Geologica: Guida Completa per la Sicurezza delle Costruzioni
Menu Home Chi Siamo Blog Menu Home Chi Siamo Blog Contattaci Home Blog La Relazione Geologica: Guida Completa per la Sicurezza delle Costruzioni La relazione geologica è un documento tecnico fondamentale per pianificare, progettare e costruire opere edilizie e infrastrutturali in modo sicuro e sostenibile. Questo elaborato, redatto esclusivamente da un geologo abilitato, fornisce una comprensione approfondita delle caratteristiche geologiche e geotecniche di un sito, garantendo la stabilità e la durabilità delle costruzioni. Cos’è la Relazione Geologica? La relazione geologica analizza gli aspetti stratigrafici, strutturali, geomorfologici, idrogeologici e sismici di un’area. È un documento obbligatorio per tutte le opere che richiedono il deposito al Genio Civile e per progetti che coinvolgono carichi strutturali significativi. Tra le sue finalità principali: Relazione Geologica: normative di riferimento La relazione geologica deve essere redatta in conformità di una serie di normative tecniche e linee guida, tra cui: Applicazioni della Relazione Geologica La relazione geologica è un documento versatile e strategico, da utilizzate in vari contesti di progettazione, tra cui: Come si Redige una relazione geologica? La struttura generale del documento presenta uno schema di base comune che, all’occasione, subisce delle discrete variazioni. Sarà il geologo a decidere quali temi approfondire in funzione del progetto, del contesto in cui viene realizzato. Di seguito si riporta uno schema ordinario dei contenuti “minimi” di una ordinaria relazione geologica. 1. Introduzione Introduce al documento e spiega brevemente quali sono i termini di affidamento d’incarico. Individua, inoltre, una serie di dati che è possibile suddividere nel seguente elenco: 2. Contesto Geologico Descrive le peculiarità geologiche dell’area su scale differenti, tenendo conto di tutti gli aspetti geologici fondamentali per l’analisi accurata del territorio. Essenzialmente valuta i seguenti aspetti: 3. Indagini geognostiche e geofisiche Questo paragrafo contiene la descrizione accurata delle indagini scelte, dei metodi e delle analisi scaturite dai dati ottenuti. Si divide in: 4. Analisi dei Rischi Geologici 5. Modellazione Geologica Descrive il modello geologico ottenuto dalla totalità di studi eseguiti sull’area in esame; integra sia i dati bibliografici che i dati ottenuti dalle prove geognostiche e geofisiche. Viene rappresentato sia numericamente che mediante una serie di grafici e rappresentazioni tabulari. Tuttavia il documento più rappresentativo e distintivo è la sezione geologica. La Sezione Geologica viene realizzata graficamente mediante lo studio eseguito sulle strutture geologiche del sottosuolo che, lungo un asse preferenziale mostra, in sezione laterale, la disposizione dei vari strati e le strutture principali che caratterizzano il volume di terreno investigato. La sezione geologica mette in luce i rapporti tra gli orizzonti in maniera chiara e distintiva; è un elaborato di stretta competenza del geologo. La sezione geologica è il documento fondamentale per fornire al tecnico progettista, un’idea chiara e nitida del contesto in cui sta realizzando un opera civile. L’utilizzo di tecnologie avanzate oggi consente, inoltre, di realizzare modellazioni 3D e di rappresentare dunque la sezione geologica in forma di modelli CAD (e non solo), rendendo ancora più chiaro il rapporto tra le formazioni geologiche e favorendo una progettazione sempre più accurata. 6. Le Conclusioni Riportano sinteticamente tutte le informazioni geologiche, geotecniche e sismiche delineate dagli studi del sito, evidenziando i punti critici e le opportunità progettuali, seguite da raccomandazioni specifiche per la progettazione. Comprende dei suggerimenti applicativi utili per ridurre i rischi attesi. La Relazione Geologica: il vantaggio della prevenzione. I Vantaggi della Relazione Geologica? In conclusione, la relazione geologica è un documento complesso, dettagliato, multidisciplinare, che varia in funzione dell’area di intervento e dall’opera che si intende realizzare. Integra dati raccolti tramite svariate tecniche di indagine e li interpreta alla luce delle normative vigenti. Fornisce una comprensione approfondita delle condizioni del sottosuolo e dei rischi attesi, permettendo ai progettisti di sviluppare soluzioni sicure e sostenibili. La sua redazione richiede competenze in svariati ambiti scientifici e l’uso di tecnologie avanzate, assicurando, per ogni progetto (edilizio o infrastrutturale che sia), una gestione solida delle consapevolezze inerenti ai terreni su cui verrà fondato il tuo bene immobile. Una relazione geologica ben realizzata da un professionista esperto, evita “sorprese geologiche” e problemi strutturali connessi a cedimenti. Previene dunque dispendiose variazioni in corso d’opera, preservando nel tempo la bellezza e la sicurezza della tua casa. Ti serve una Relazione Geologica? Contattaci! Hai bisogno di una relazione geologica per il tuo progetto a farsi? Perfetto! Sei nel posto giusto. Se desideri maggiori informazioni sui nostri servizi e vuoi fissare un appuntamento telefonico per approfondire i dettagli del caso, contattaci oggi stesso! Manda una mail ad info@studiosanfelice.it, scrivici un messaggio whatsapp al numero che trovi nella sezione CONTATTI o compila il form che trovi qui. Domande Frequenti: 1. Chi può redigere una Relazione Geologica? Solo un geologo abilitato può redigere e asseverare questo documento. 2. Quanto tempo serve per redigere una relazione geologica? Dipende. Per lavori privati di piccola e media entità, al netto di indagini già eseguite e dati già ricevuti o analizzati, i tempi di consegna dell’elaborato cartaceo vengono stimati in 7-10 giorni lavorativi successivi alla ricezione dei certificati di laboratorio e delle prove realizzate in sito. Laddove viene però richiesto un modello geologico complesso del sottosuolo, con elaborati cartografici di un certo spessore ed informazioni molto approfondite del sottosuolo, i tempi aumentano in proporzione agli importi connessi al servizio. 3. Quando è obbligatoria la Relazione Geologica? In ambito civile, la relazione geologica va redatta solo quando c’è la necessità di installare dei carichi nuovi e permanenti su di un terreno di cui vanno verificati i parametri geotecnici. Fanno dunque seguito una serie di studi propedeutici al deposito al Genio Civile al fine di ottenere utili il nullaosta ai lavori. 4. Quali rischi copre la Relazione Geologica? Valuta rischi sismici, idrogeologici, vulcanici, di liquefazione e subsidenza, proponendo soluzioni per mitigarli. 5. Quando devo chiamare un geologo? Il Geologo è una figura tecnica da contattare in fase di prevenzione. In ambito civile, tratta problematiche connesse all’interazione tra terreno e struttura portante del fabbricato che intendi realizzare o ampliare. Ogni volta che ritieni opportuno eseguire dei lavori che comportano l’applicazione di nuovi carichi permanenti sui terreni, necessiti di dover sentire il parere del geologo