Il rischio vulcanico rappresenta la probabilità che un’eruzione vulcanica possa provocare danni a persone, infrastrutture ed all’ambiente circostante. In Italia, a causa della sua complessa geologia, questo rischio è elevato e richiede una costante attenzione. La valutazione del rischio vulcanico considera non solo la probabilità di un’eruzione ma anche l’estensione e la gravità dei suoi effetti, come flussi piroclastici, colate di lava, emissioni di gas e ceneri, che possono devastare ampie aree del nostro territorio.
L’Italia è una delle nazioni più attive, ospitando vulcani celebri come l’Etna, il Vesuvio, lo Stromboli, il Marsili ed i Campi Flegrei. Questi vulcani non solo hanno una lunga storia di eruzioni, ma sono anche tra i più studiati e monitorati al mondo. La particolare collocazione dell’Italia, al confine tra la placca africana e quella euro-asiatica, ne “alimenta” l’attività vulcanica. Ciò significa che il territorio italiano è esposto a vari tipi di scenari che spaziano dalle eruzioni esplosive ai flussi lavici, i quali possono variare ulteriormente in intensità e frequenza.
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) è l’ente pubblico di ricerca che si occupa di monitorare l’attività sismica e vulcanica in Italia. Svolge un ruolo essenziale nella prevenzione dei disastri naturali attraverso il monitoraggio costante dei vulcani attivi, la raccolta di dati geofisici, e la collaborazione con la Protezione Civile. Le reti di monitoraggio dell’INGV, distribuite su tutto il territorio nazionale, rilevano i segnali precursori delle eruzioni, permettendo di emettere allarmi tempestivi e di pianificare evacuazioni. Grazie all’INGV, l’Italia dispone di uno dei sistemi di sorveglianza vulcanica più avanzati al mondo, che garantisce un elevato livello di sicurezza per la popolazione.
L’INGV, inoltre, contribuisce alla ricerca scientifica internazionale, collaborando con enti di ricerca di tutto il mondo al fine di migliorare la comprensione dei fenomeni vulcanici e sismici. I dati raccolti sono fondamentali per la modellazione del rischio vulcanico, utilizzata dalle Autorità locali per la pianificazione territoriale e la gestione delle emergenze.
Il monitoraggio continuo dei vulcani è essenziale per ridurre il fattore di rischio. Tecniche avanzate di monitoraggio sismico, geochimico e geodetico permettono ai geologi di osservare i cambiamenti che avvengono all’interno del vulcano e nelle aree subito adiacenti. La sismologia, ad esempio, rileva i movimenti del magma sotto la superficie terrestre, mentre l’analisi dei gas vulcanici può indicare un aumento dell’intensità dei fenomeni che si sviluppano nella camera magmatica. La deformazione del suolo è un altro indicatore importante, monitorato attraverso stazioni GPS che rilevano rigonfiamenti o abbassamenti del terreno che possono precedere un fenomeno vulcanico.
La costruzione in aree vulcaniche richiede un’attenta pianificazione territoriale, supportata da dettagliate analisi geologiche. Un geologo può fornire una valutazione accurata dei rischi, identificando le aree più sicure per la costruzione e quelle che, invece, dovrebbero essere evitate. Ad esempio, nelle vicinanze dell’Etna, l’analisi del terreno può determinare se un’area è soggetta a colate laviche o a frane sismo-indotte, provocate da attività tellurica associata a quella vulcanica. Questi studi sono cruciali per garantire che le nuove costruzioni siano sicure, nonché realizzate in conformità con le normative vigenti.
In Italia, la gestione del rischio vulcanico è disciplinata da una serie di normative che mirano a proteggere la popolazione e le infrastrutture. Il Dipartimento della Protezione Civile coordina le attività di sorveglianza e la gestione delle emergenze. Infine, le Norme Tecniche per le Costruzioni stabiliscono i principi cardine su cui deve basarsi la progettazione di interventi in aree a detto rischio.
La prevenzione è la prima linea di difesa contro i rischi vulcanici. L’educazione della popolazione e la pianificazione urbana sono essenziali. La zonazione vulcanica identifica le aree a maggiore rischio, in cui le nuove costruzioni possono essere limitate o vietate. Inoltre, piani di emergenza ben strutturati, esercitazioni periodiche e un’efficace comunicazione del rischio sono cruciali per la gestione delle crisi. In Italia, la Protezione Civile e gli enti locali lavorano insieme per garantire che la popolazione sia adeguatamente preparata ed informata sui comportamenti da adottare in caso di emergenza.
Le tecnologie avanzate giocano un ruolo fondamentale nel monitoraggio vulcanico. I satelliti, ad esempio, forniscono immagini termiche in tempo reale dei vulcani, rilevando cambiamenti nella temperatura superficiale che potrebbero indicare un’eruzione imminente. I droni sono utilizzati per raccogliere dati in aree inaccessibili, mentre le reti di sensori distribuite attorno ai vulcani raccolgono continuamente dati sulla sismicità, la deformazione e l’emissione di gas. Questi strumenti permettono di avere un quadro completo e dettagliato dello stato dei vulcani, aiutando i geologi a prendere decisioni tempestive.
Le eruzioni vulcaniche possono avere impatti devastanti non solo in termini di vite umane, ma anche economici ed ambientali. Oltre alla distruzione immediata causata da flussi piroclastici, colate laviche e caduta di cenere, le eruzioni possono provocare frane, inondazioni e contaminazione delle risorse idriche. Il settore agricolo è particolarmente vulnerabile, con coltivazioni che possono essere distrutte dalla cenere o dalle colate laviche. Inoltre, le eruzioni possono causare il blocco del traffico aereo, come avvenne nel 2010 con l’eruzione del vulcano islandese “Eyjafjallajökull”, che paralizzò gran parte dello spazio aereo europeo.
Il geologo è essenziale nella prevenzione dei rischi vulcanici. Non solo monitora i vulcani, ma fornisce anche indicazioni preziose per la progettazione e costruzione in aree a rischio. Un geologo esperto può valutare la stabilità del terreno, identificare le aree sicure per la costruzione e suggerire modifiche ai progetti per migliorare la resistenza delle strutture. Inoltre, il geologo collabora strettamente con gli ingegneri per garantire che le infrastrutture esistenti siano adeguatamente rinforzate e preparate per resistere a eventuali eruzioni. Un aspetto molto importante che spesso viene sottovalutato è quello della caduta di ceneri sulle coperture. Le ceneri scaturibili da un evento vulcanico andrebbero a depositarsi sulle coperture e sui tetti degli edifici. Le piogge che seguono un evento vulcanico, per via dei gas sprigionati in atmosfera, ricadrebbero su detti depositi cineritici da caduta che, saturi d’acqua, appesantirebbero le strutture. Se i tetti non sono strutturati a sostenere detti carichi, cederebbero di li a poco, creando danni a cose e persone. Risulta dunque importante capire l’area di ubicazione del bene immobile che si sta realizzando, prevedendo dunque anche questi carichi non di comune esercizio, al fine di consentire alla costruzione di sopravvivere anche a questo fenomeno. Detta considerazione è a carico del geologo.
Il rischio vulcanico è una realtà costante in Italia, ma grazie alla scienza e alla tecnologia, è possibile mitigare gli effetti delle eruzioni. Il geologo gioca un ruolo vitale nella protezione della popolazione e delle infrastrutture, fornendo le conoscenze necessarie per prendere decisioni accurate. Le normative e le tecnologie avanzate aiutano a preparare il territorio ed a gestire le emergenze, ma è fondamentale continuare ad investire nella ricerca e nell’educazione per ridurre ulteriormente il rischio vulcanico in futuro.
In caso di eruzione vulcanica, è essenziale seguire le indicazioni della Protezione Civile. Evacua immediatamente l’area se sei nelle vicinanze del fenomeno in corso. Usa maschere protettive per evitare di inalare cenere vulcanica che può causare problemi respiratori. Evita di avvicinarti a corsi d’acqua che potrebbero trasportare materiali vulcanici.
In Italia, le principali aree a rischio vulcanico sono la zona vesuviana, i Campi Flegrei, l’Etna e l’isola di Stromboli. Queste aree sono soggette a piani di emergenza specifici, poiché ospitano vulcani attivi o quiescenti con potenziali pericolosità.
Per sapere se la tua zona di residenza è a rischio vulcanico, consulta i piani di protezione civile locali. Includono le mappe di pericolosità vulcanica, che mostrano le aree potenzialmente colpite da eruzioni. Gli enti locali, insieme all’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), forniscono aggiornamenti continui sui livelli di rischio. Se non sai come procedere, affidati alla consulenza di un geologo.
Il piano di evacuazione del Vesuvio prevede l’evacuazione preventiva della “zona rossa” area che circoscrive i comuni più vicini al complesso vulcanico. In caso di eruzione imminente, la popolazione verrà evacuata verso aree sicure, secondo percorsi stabiliti dalle autorità.
I segnali di un’eruzione imminente includono un aumento dell’attività sismica, deformazioni del terreno, emissioni di gas vulcanici come il biossido di zolfo e variazioni nella temperatura delle fumarole. L’INGV e altri enti monitorano costantemente questi segnali per fornire allerta precoce alla popolazione che, eventualmente, deve essere evacuata in via cautelativa.
Le infrastrutture nelle aree vulcaniche a rischio sono progettate per resistere agli eventi vulcanici. Questo include la costruzione di immobili con tetti inclinati e rinforzati in grado di sopportare il peso della cenere vulcanica (soprattutto in seguito alla saturazione che deriva dalle piogge che seguono un eruzione). Inoltre si usano barriere protettive contro i flussi di lava e i detriti per le aree subito adiacenti all’epicentro eruttivo. Le reti elettriche e idriche vengono rinforzate per prevenire interruzioni durante l’attività vulcanica.
Le “zone rosse” sono aree ad altissimo rischio di suscettibilità ad un’eruzione vulcanica. Queste aree sono soggette ad evacuazione immediata. Le “zone gialle” sono ad alto rischio ma meno esposte rispetto alle zone rosse. Qui sono previste misure di protezione come l’installazione di rifugi e piani di evacuazione temporanea.
Il rischio vulcanico in Italia è gestito tramite un sistema di monitoraggio continuo dell’INGV, che rileva l’attività dei vulcani. La Protezione Civile coordina piani di evacuazione e di emergenza in collaborazione con i comuni locali. Le autorità italiane hanno anche piani di informazione e sensibilizzazione per preparare la popolazione.
La cenere vulcanica può causare problemi respiratori, irritazioni agli occhi e alla pelle. Durante un’eruzione, usa maschere protettive per evitare di inalare le particelle di cenere e proteggi gli occhi con occhiali. Le particelle di cenere sono molto fini e possono danneggiare i polmoni se inalate.
Per prepararti a un’eruzione vulcanica, prepara un kit di emergenza con cibo, acqua, maschere protettive, occhiali e radio. Conosci il piano di evacuazione della tua zona e segui le comunicazioni della Protezione Civile per essere informato sui rischi. Pianifica i percorsi da utilizzare per allontanarti correttamente e discuti i piani con la tua famiglia. L’informazione è tutto.
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